I quadroni astrattissimi di Jackson Pollock sono ben noti, no? Quelle grandi tele piene di righe e gocce e macchie di colori diversi. Uno schifo insomma. Almeno per me, che l’astrattismo non lo amo.
Ben, si dice che quando si conoscono meglio si trova comunque il modo di apprezzare le cose anche se “non piacciono”. E io ho trovato come apprezzare le astrattezze di Pollock leggendo un articolo su Le Scienze u.s., dove si spiega come e qualmente gli schizzi di colore e le macchie dell’Artista creino strutture frattali. Siano cioè (in breve) strutture che rimangono simili a se stesse a qualunque scala le si osservi, a quella del quadro intero, di metri x metri di dimensioni, come a quelle dei centimetri e così via. Ciò che succede in natura ad esempio nelle ramificazioni degli alberi (non quelli potati delle città), nella distribuzione delle stelle in cielo (grosso modo), nella forma dei cavolfiori, nei profili delle coste rocciose, frastagliate se viste su una carta geografica e ugualmente frastagliate se osservate alla scala degli scoglietti con patelle e alghe, eccetera. Delle strutture frattali si da una dimensione frazionaria, maggiore di 1 perché non sono linee semplici, minore di 2 perché non occupano interamente un piano, facilmente calcolabile (per i matematici frattalisti) e le opere di Pollock hanno la loro brava dimensione frattale, facilmente calcolabile, e che aumenta – da 1,2 circa a 1,9 circa – con l’invecchiare del Pittore. Più invecchiava più complicava i suoi quadri. Interessante anche assai il fatto che quadri “alla Pollock” dipinti da altri artisti imitatori non siano frattali, non mantengano l’invarianza della struttura a tutte le scale. Sono solo delle brutte copie, insomma.
Quindi non è vero che i dipinti astratti di Pollock sono schifezze bizzarramente diventate famose per meri trucchetti di critica artistica e giochi di denaro come pensavo io. Hanno una ragion d’essere e una peculiarità che altri dipinti astratti non hanno. Evidentemente chi ha scoperto la “grandezza” artistica di Pollock di ciò se n’era accorto subito. Probabilmente del tutto inconsciamente, visto che il concetto filosofico e matematico di Frattale è stato definito dal buon (buon? che ne so, magari picchiava la moglie) Benoit Mandelbrot e capito dai suoi colleghi matematici intorno al 1975, quando Pollock era già morto da tempo. Ma la frattalità della natura è molto diffusa, non so bene ma son certo che anche in fisiologia, nella vita fisica umana e suppongo anche nei meccanismi del cervello ci sia del frattale, quindi si può essere in grado di riconoscerne il “bello”, il valore anche quando a prima vista non appare evidente, direi. D’altra parte pare che lui dicesse che seguiva il ritmo della natura nel “dipingere” i suoi quadri, quindi forse sapeva davvero quel che faceva. O almeno, da artista, lo percepiva, lo sentiva.
Alle macchione dell’americano io continuo a preferire la Processione dei Magi di Benozzo Gozzoli, ma ora quell’imbrattatele mi è più simpatico.

Altro: sabato c’era una luna piena da sballo. “Da sballo” non è tanto un’espressione da ultraquarantenne ma mi sento giovane di spirito, io. Peccato non essere stato su quella strada bianca di Ripatransone (AP) come 25 anni fa (circa), al campo scuola G/E di secondo tempo (roba di scout) che si camminava e si leggeva alla sola luce della luna. O quella lunapiena più “privata” di marzo 1997, sul monte Fasce, dove c’era anche la cometa di Pincopallo, luminosissima che è durata mesi, luna e cometa, splendido!
Sabato ero a Sanremo, a godere della sua luce blu nei giardino buio, e Donatella mi ha detto “vuoi che andiamo a fare una passeggiata?”; in realtà avrei voluto prender macchina e moglie e salire al monte Bignone, chissà che spettacolo dai 1300 metri fra le montagne e il mare nel buio del mondo col chiarore del cielo. Ma era tardi, mi sono accontentato del giardino. Ma in città è sempre così difficile godere della luce della luna. “Come cambia le cose, la luce della luna”, dice Ivano Fossati.
Che d’estate quando sei in vacanza non è uguale, le lune piene invernali sono più luminose, per ovvie ragioni astronomiche. Vedremo quella di febbraio, cadrà di lunedì, qualcuno mi accompagnerà in cima a un monte buio se la notte sarà serena?

Oggi sono fiorite le prime mimose genovesi. In media con gli anni scorsi. A Sanremo-Ospedaletti-Bordighera sono fiorite esattamente un mese fa, poco prima di Natale. Differenze di clima.

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