Le “creuze” di Genova

Rivista: L’Universo
Editore: I.G.M.
Luogo di pubblicazione: Firenze
Data: 1997, anno LXXVII, n° 1

Categoria: Tag: , , , ID:659

Descrizione

“Le creuze di Genova sono i percorsi pedonali che un tempo collegavano la città al suo entroterra e costituiscono oggi una rete viaria urbana probabilmente unica nel suo genere in Europa, una rete, alternativa e complementare alla viabilità “normale”, che attraversa i quartieri collinari e cioè quasi tutti; una ragnatela di stradine solitamente ripide, incassate fra alti muri, malamente carrozzabili se non del tutto chiuse al traffico motorizzato, che propongono al viandante una visione di Genova unica e spesso inimmaginabile e offrono a chi vi abita, insieme ad alcune scomodità inusuali in una città moderna, angoli e momenti di “vita di campagna” silenziosa e bucolica.
Le creuze esistono per ragioni orografiche e storiche. Genova si estende su un numero imprecisabile di colline e collinette, sui versanti di una quantità indefinibile di valli e vallecole, e sotto le sue strade scorrono chissà quanti torrenti, rii e rigagnoli. Lo sviluppo di una città che dal livello del mare sale ai 300 metri dei più alti quartieri di collina ha richiesto un continuo adattarsi alle fantasiose circonvoluzioni dell’orografia…
Al viandante curioso, di buon passo, di buon fiato e non frettoloso offrono il silenzio dai motori, il canto di uccelli d’ogni tipo, l’andirivieni ozioso di innumerevoli gatti ben pasciuti, l’odore della campagna e degli orti, la tramontana invernale che piega gli alberi e sferza la faccia, i gradini spezzagambe solitamente troppo corti per salirli uno a uno ma troppo lunghi per farli due alla volta chissà perché; offrono anche panorami inusuali sulla città, sul porto, sul mare, sul monte di Portofino e se l’aria è limpida sulla Riviera di Ponente con Savona, le Alpi Marittime e il faro di Capo Mele che lampeggia di notte. Su in cima, sulle grandi Mura Nuove, al Righi o a Granarolo, nei giusti pomeriggi invernali di tramontana appaiono in mezzo al mare, a metà tra l’Isola-non-trovata e l’Isola-che-non-c’è, i monti grigi della Corsica.”

 

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