Il vento soffia secco alzando piccole creste bianche sul mare. Sale i sobbalzi della roccia, scuote i cespugli, ostacola il decollo degli uccelletti grigi, esalta i guizzi acrobatici dei gabbiani. Asciuga e riscalda la pelle ricoperta di sottili arabeschi salini del viandante che con lentezza cammina nudo lungo il sentiero costiero.

Il granito degli scogli, qui grigio là rosato, ha ora una superficie levigata, morbida sotto il piede scalzo, ora un andirivieni di sporgenze minerali che rendono il passo incerto e oscillante. Nei punti più esposti della roccia, ciò che i geologi chiamano erosione eolica ha formato quelle nicchie e quelle protuberanze animalomorfe che riempiono le cartoline “d’autore” di tutti i paesi della regione.

La vegetazione alterna boscaglie verdissime e spinose che graffiano le gambe e il petto a cespuglietti rasoterra ricoperti di fiori gialli rotondi. Tappeti di piante grasse stanno preparandosi allo sboccio, promettendo giornate viola di fiori, non appena la stagione sarà diventata compiutamente estiva.

Lungo i sentieri file di formiche trasportano e attraversano, forse incuranti della bellezza di luce e aria in cui hanno la ventura di vivere.

Dietro, dopo le prime colline e oltre il faro, sopra i boschi di leccio ed i pini, il granito grigio delle creste delle montagne ricorda che, benchè in mezzo al mare, anche queste sono Alpi.

E tutto, il vento e il mare, la vegetazione e la roccia, le formiche e il viandante sono avvolti, circondati, intrisi di profumo: il profumo della macchia mediterranea, quell’odore così diverso da ogni altro odore, l’unico odore, insieme a quello delle pinete di alta montagna, che è di per sè una connotazione geografica, basta da solo ad identificare un ambiente: la costa del Mediterraneo.

“This land is your land, this land is my land”, ma non si tratta dell’America: per noi la tua terra, la mia terra è questa qua, con questo profumo forte e salato, col vento, con i cespugli spinosi, con i gabbiani, col rumore sempre diverso ed uguale del mare sulle rocce, con le case di pietra colorate, con le montagne verdi di lecci.

Dio era di ottimo umore quando ha creato il Mediterraneo.

(Scritto a fine giugno 1995)

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