Silvia è bella.
Silvia è bella e, se è possibile, diventa più bella col passar degli anni.
Settembre sta stufandosi del sole e del tepore e si prepara alle piogge di ogni autunno; la spiaggia di Celle è come dovrebbe essere sempre, liscia la sabbia, chiusi gli ombrelloni blu, pochi nonni e pochi bambini che razzolano a debita distanza dal mare calmo e freddo. Nulla del caos turistico di agosto né della solitudine grigia dell’inverno. Riconcilia con la vita.
Silvia ha due figli, ormai. Lorenzo ravatta giochini da spiaggia come un qualsiasi bimbo di quattro anni e dice “peccato che non c’è Fabio”, riferendosi a suo padre come se fosse un trentenne compìto che parla di un amico lontano.
Mi chiedo se mi appaia tanto simpatico perché lo è, o perché è figlio di Silvia.
Chiara è ancora piccola e sorride digrignando i denti sotto i riccioli biondorossicci chissà da chi li ha presi.
Sono convinto che Silvia sia la più bella mamma trentenne della Riviera. E’ la dimostrazione vivente e sorridente che sposarsi e fare figli è bello e fa bene, dovrebbe fare le Pubblicità Progresso, quelle che cercano di educare la gente ad essere migliore di come è, in questa nazione, in questa regione, di denatalizzati. Me compreso.
Silvia è un ostacolo e uno stimolo. Uno stimolo perché non può essere l’unica, ce n’è sicuramente qualche altra come lei; un ostacolo perché, comunque, come lei saranno sempre poche, e difficili da trovare.
Silvia è una dimostrazione ontologica dell’esistenza di Dio.