Domenica scorsa, come tutti gli anni in marzo, si è svolta la Giornata di Primavera del FAI, il Fondo Ambiente Italiano. E come ormai avviene tutti gli anni, è stato un successo. In provincia di Imperia dove volontariamo Donatella ed io, ma anche in tutto il resto d’Italia, stando a quanto ha scritto il Presidente del FAI nella sua lettera di ringraziamento, di cui cito brevi passaggi:
“ho pensato a questo movimento di popolo guidato da oltre una legione di generosi volontari e da quasi quattro legioni di competenti ciceroni e mi sono detto: ecco, ho trovato quello che per tanta parte della vita ho cercato e non ho trovato: quell’ “aiutati che Dio ti aiuta”, che significa anche non chiederti solo cosa il tuo Paese può fare per te ma cosa tu puoi fare per il tuo paese (Kennedy). Infatti, facciamo parte di una società civile e sta pertanto a noi alzarci, attivarci, muovere in avanti per sollevare la Patria ammalata, che da sola sembra non farcela a uscire da un vetusto pantano. Diamole dunque una mano e poi un’altra, afferriamola perfino per i piedi, per toglierla dal fango di cui è imbrattata. Allora lei, rigenerata, ritrovata, ci restituirà la forza quando essa mancherà a noi. Così la nostra Repubblica ci sosterrà proprio perché noi abbiamo sostenuto Lei quando ne aveva più bisogno. Quanti aiuti abbiamo ricevuto, quanta comprensione – penso alle Soprintendenze e a tutti i responsabili e proprietari dei luoghi – quanti si ci hanno detto, perché ormai il nostro FAI è riconosciuto come una parte importante, pulita e protesa al bene della nostra Italia ferita, da curare nel corpo, da rammendare nell’abito.”
La delegazione di Imperia ha aperto al pubblico due luoghi di grande importanza storica e generalmente ignorati dai più: Albintimilium, ovvero la Ventimiglia romana, e il Trofeo di Augusto a La Turbie, forse ben noto in Francia ma meno in Italia.
Albintimilium è secondo me – e secondo molti altri – un ottimo (significa “pessimo”) esempio di non-valorizzazione dei beni culturali nostrani. Il classico esempio che a chi vive nel Ponente ligure, a due passi dalla Francia, fa dire “se fosse al di là del confine sarebbe tutt’altra cosa”.
Un bel teatro vecchio di duemila anni ancora adatto a spettacoli, tracce di case, terme, mura, porte, una struttura urbana in parte nascosta dalla città moderna, dall’Aurelia e dalla ferrovia ma interessante già nella sua parte scavata e visitabile. Il tutto appena al di là della statale Aurelia, letteralmente appena oltre i guard-rails. E chi se ne accorge passando sull’Aurelia che separa i resti degli edifici dal teatro? Credo nessuno. Perché il teatro è segnalato da un cancello arrugginito e le altre tracce urbane da un pannello ben scritto ma messo di sghimbescio sul muro del piccolo e banale edificio di servizio che mentre guidi neanche ti accorgi che c’è.
Una città che fu importante nella storia della Liguria romana, che venne riscoperta per caso a fine Ottocento grazie ai lavori di costruzione della ferrovia – si sapeva che Albintimilium (la città dei Liguri Intemelii) era esistita ma dove fosse esattamente se n’era persa la memoria – e che una regione, una nazione più attenta ai dettagli del suo patrimonio storico avrebbe valorizzato assai meglio. Basterebbe, si diceva domenica, un grande striscione che sovrappassasse l’Aurelia con su scritto qualcosa come “benvenuti ad Albintimilium, città dell’imperatore Augusto” o cose del genere, e tutti si accorgerebbero di transitare sopra duemila anni di storia. Altro che cancello arrugginito.
Bene la delegazione FAI di Imperia che in una domenica di sole splendido al mattino e pioggia e grandine al pomeriggio ha portato a camminare fra quei sassi antichi molta, moltissima gente entusiasta.
Il Trofeo delle Alpi (o di Augusto) sta in Francia su una collina magnificamente panoramica a picco sopra il Principato di Monaco. Dietro al maestoso rudere c’è il bel borgo di La Turbie, in cui passa(va) la via Julia Augusta che collegava la Liguria alla provincia (la Provenza) più amata dai Romani. Su un muro di una casa del centro storico c’è una lapide che dice “usque hic Italia, ab hinc Gallia” Fin qui Italia, da qui Gallia.
Se ben ricordo c’è anche, nel paese, una lapide che cita Dante “fra Lerici e Turbia, la più diserta / la più rotta ruina è una scala, / verso di quella, agevole e aperta”. Perché il Poeta, risalendo la collina del Purgatorio, nel terzo canto si trova davanti un sentiero tanto ripido e sconnesso che gli fa pensare alle strade della Liguria, quella appunto che si trovano fra Lerici e La Turbie.
Il Trofeo era un immenso monumento che celebrava la sottomissione da parte di Ottaviano Augusto delle popolazioni alpine dal mar Ligure all’Istria, riportandone tutti in nomi, mi pare siano 49 popoli.
Semidistrutto nei secoli, usato come cava di materiale edile per costruire il paese che gli sta dietro, restaurato in piccola parte e con forse un po’ di fantasia da alcuni storici e mecenati francesi a fine Ottocento, è oggi un rudere imponente e suggestivo circondato da un bel parco. Bello e maestoso tanto col sole della domenica mattina quanto con la pioggia e la nebbia del sabato, quando siamo andati a fare il sopralluogo conoscitivo. Ma col sole è decisamente più piacevole. Bello, col piccolo ricco museo, col parco pulito e ben curato, coi 5 euro da pagare per l’ingresso, così la storia serve anche per rimpinguare le casse della République Française. Albintimilium potrebbe servire a portar soldi nelle casse della Repubblica Italiana? Penso di si, se fosse organizzata e gestita come il maestoso ma tutto sommato semplice monumentone di La Turbie. Invece c’è il cancello arrugginito.
Nota conclusiva: ad Albintimilium c’era una professoressa di cui non ricordo il nome che noi ascoltammo sabato mattina durante il sopralluogo sotto la pioggia al La Turbie. Parlava dell’imperatore Augusto, di cui quest’anno si ricordano i duemila anni dalla morte. Una lezione di storia romana affascinante, in cui ha descritto Augusto come uno statista intelligente, moderno, certo ambizioso ma capace e attento, attento al diritto di famiglia, ai diritti delle donne, al sostegno per le famiglie numerose, alle opere pubbliche, alla scuola, all’agricoltura, all’organizzazione del fisco e delle autonomie locali, un sacco di belle cose. Uno che magari ci fosse oggi in Italia tornerebbe molto utile…