Due mesi fa seguii a Genova la conferenza “Antropocene e bene comune tra nuove tecnologie, nuove epistemologie e nuovi virus”. Si presentava un volume di saggi che ruotavano intorno al concetto di Antropocene, “l’epoca geologica attuale in cui l’ambiente terrestre, nell’insieme delle sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche, viene fortemente condizionato dagli effetti dell’azione umana”. Tra i capitoli per me più interessanti: “Thomas Berry: dall’Antropocene all’era ecozoica” e “Il vincolo di affinità profonda: verso una filosofia ambientale panpsichista”.
Thomas Berry (a me fino a quel pomeriggio totalmente ignoto) fu un prete cattolico statunitense (1914-2009) che si occupò di storia delle culture e delle religioni, di storia ed evoluzione della Terra e fu definito un “ecoteologo”; seguace di San Francesco e antesignano di Papa Francesco, sosteneva che la comunità dei viventi terrestri consiste in una “comunione di soggetti, non in una collezione di oggetti” e che ci troviamo a un punto dell’evoluzione culturale ed economica in cui dobbiamo scegliere se entrare in una “Era Ecozoica” caratterizzata da un’interazione positiva e rispettosa tra l’umanità e la Terra o in una “Era Tecnozoica” in cui l’umanità domina e sfrutta vieppiù il pianeta.
Sulla “filosofia ambientale panpsichista” cito alcuni passi:
“Un’unità ontologica di rilevanza morale tra umanità e Terra, che si basa su un vincolo di affinità profonda che squalifica posture antropocentriche e strumentaliste.
È opinione diffusa che tale unità, in particolare in occidente, sia stata misconosciuta filosoficamente e negata nei fatti con conseguenze distruttive. All’origine della disarmonia umanità-Terra starebbe una serie di dualismi (umano/non umano, culturale/naturale, razionale/irrazionale…) riconducibili al dualismo di base fra mente e corpo; un dualismo metafisico che vede il mondo naturale come un meccanismo privo di mente e dunque del pensiero, della coscienza e della libertà che nobilitano invece l’opera e l’esistenza umana. Tale dualismo si impone con la modernità ma ha radici più antiche. Tra i suoi capostipiti sarebbero annoverabili non solo Cartesio ma anche la Bibbia e i suoi interpreti filosofici nei secoli, che hanno argomentato una cesura ontologica fra l’umano che pensa e la natura che non pensa, con una gerarchia secondo cui ciò che pensa (e partecipa cosi dell’operar divino, o della libera articolazione del vero, del buono e del bello) sovrasta ciò che non pensa ma solo si nutre e persiste seguendo dettami meccanici e/o istintivi. Questa volontà di separazione e dominazione è vana e distruttiva.
Se si vuole fare sensato riferimento alla nozione di unità virtuosa tra umanità e natura, allora bisogna essere pronti a presupporre che tutto il non umano abbia mente o caratteristiche mentali –ovvero una metafisica panpsichista. Esistono varie versioni di cosa costituisca il pan: se, ad esempio, si intenda tutto nel senso delle parti più piccole della realtà fisica (come elettroni e quark) e/o della realtà nella sua macro-interezza (il cosmo). Ed esistono numerose versioni di cosa si debba intendere con psiche: se qualcosa come un’anima, una coscienza, una intelligenza o semplicemente una qualche forma, anche rudimentale, di mente o caratteristiche mentali: minime forme di esperienzialità o di capacità di trasmissione ed elaborazione di informazioni“.
Io credo che esista una mente in ogni essere vivente e credo che ciò che davvero distingue la vita dalla non-vita sia la presenza nei vivi di una coscienza almeno rudimentale di sé e del mondo fuori da sé. Uomini, gatti, abeti, boleti, formiche, batteri, virus, tutti – ciascuno a suo modo – siamo coscienti di esistere e di avere un mondo che ci circonda, secondo me. Nel libro “Il fiume della coscienza” di Oliver Sacks si legge che già Charles Darwin pensava che anche le piante, oltre agli animali, avessero intelligenza e coscienza di sé. Cosa che ormai i neurobiologi vegetali danno quasi per scontata. Se abbiano coscienza di sé anche gli elettroni, i sassi e le galassie non lo so. Mi pare poco probabile ma non mi scandalizzerei se così fosse.
Quel pomeriggio ho anche scoperto che in alcune nazioni è stato dato riconoscimento di diritti legali ad alcune entità naturali. Per esempio in Nuova Zelanda alcuni anni fa è stata riconosciuta personalità giuridica al fiume Whanganui, equiparato dal punto di vista legale a una persona o una impresa. Idem per alcuni fiumi di Ecuador, Colombia e India. A quando in Europa e in Italia?