In uno dei rari periodi gialli della Liguria (neanche stessi parlando di Picasso…) sono andato al Museo di Arte Contemporanea di Villa Croce a vedere la mostra “Dal Blu di Genova di ArteJeans all’infinito di Yves Klein”; cinque eventi espositivi in cui le opere (dipinti, installazioni, video…) dei diversi artisti hanno il colore blu come tema che li accomuna. Schematizzando, potrei dire che nel 98% dei casi non capisco l’arte contemporanea ma mi incuriosisce, mi piace ogni tanto andarla a cercare, osservare le “opere d’arte” contemporanee è sicuramente un piacere più razionale che emotivo ma non considero mai tempo perso il poco tempo che dedico a questo genere di arte.
Poi avendo ancora del tempo libero sono passato a Palazzo Ducale e al Munizioniere ho visitato “What would happen if? – The choice to build an alternative future”, una mostra itinerante europea che ha il fine di “promuovere la creatività locale attraverso il networking, la condivisione, le buone pratiche, esplorando nuove metodologie e tecniche artistiche. In mostra le opere di 15 giovani artisti che si sono confrontati con fatti contemporanei e sociali dei loro luoghi di residenza restituendo un immaginario futuro alternativo”. Gente come la francese Sarah Vigler, la cui arte “è a metà strada tra la stregoneria rococò e la commedia buffa”, o la croata Vesna Salamon, il cui approccio “riflette sull’oggetto mistico nell’era tecno-globalizzata”. Peccato che mi sia dimenticato di fotografare le loro opere, non riesco proprio a ricordarmele, ma sul sito di Palazzo Ducale si trova qualche immagine. Che giustifica il fatto che me le sia dimenticate.
Perché se già mi è stato arduo provare a comprendere il senso delle opere esposte a Villa Croce, al Ducale ho dovuto affrontare un enigma superiore alle mie modeste forze artistico-intellettuali. Mi veniva in mente la battuta di Fantozzi sulla Corazzata Potëmkin.
Però la sensazione di fondo mi è rimasta la stessa di sempre: non importa che io non capisca, l’importante è che coloro che hanno sentimenti, pensieri, attitudini artistiche possano esprimerle e farle conoscere. Qualcuno comprenderà, apprezzerà, altri no. Bene per chi comprende, amen per chi non comprende. E comunque il piacere di apprendere ciò che ignoro supera il disappunto di non comprendere ciò che apprendo.
Insomma, io continuo a preferire il Corteo dei Magi di Benozzo Gozzoli, ma posso capire che anche Vesna Salamon abbia il suo perché.
P.S.: cos’è la stregoneria rococò? Su Wikipedia non trovo questa voce…