Descrizione
Sera del 5 gennaio, guardavo il Tg1 preparando la cena: le prime notizie erano la crisi tra Stati Uniti e Iran e il massacro dell’Alto Adige: un assassinio politico lucidamente pianificato e una strage di ragazzi dovuta all’incoscienza di un automobilista poco meno giovane delle sue vittime. Terza notizia era la guerra in Libia, anche lì missili e morti tra armi e bandiere. Per non farsi mancare niente sono arrivati poi i megaincendi che stanno distruggendo l’Australia. Alla fine della cena ho avuto bisogno di un grosso sorso di limoncello che mi aiutasse a digerire il gruzzolo di belle notizie inghiottite insieme al riso col sugo, il pezzo di San Stè e la mela. Ed era solo il quinto giorno dell’anno: da stare allegri per i successivi trecentosessantuno da venire. Come sarà questo primo anno degli Anni Venti del XXI secolo? Echilosà? Dio forse lo sa, ma non lo dice, nemmeno ai tanti presuntuosi arroganti che pretendono di parlare e di agire a suo nome, pretendono di averlo “dalla loro parte” anche quando tirano missili, lanciano droni, arricchiscono l’uranio, bruciano carbone, credendo di lavarsi la coscienza dicendo che i cattivi sono “gli altri”, che la colpa è sempre di “loro” e mai di “noi”. Come sarà il 2020? Sinceramente mi riesce difficile essere ottimista in questo inizio di gennaio. Ma non voglio esagerare nel vedere tutto nero; penso (spero…) che sarà solo un altra tessera del lungo dòmino della storia del mondo, un anno in cui noi esseri umani saremo artefici di nefandezze e di meraviglie, di crimini e di atti di santità come lo siamo stati durante tutti gli anni vissuti da quando i nostri ultra-antenati hanno iniziato a contare il trascorrere del tempo. Il limoncello l’ho poi bevuto ascoltando su Rai 5 la storica Chiara Frugoni che parlava del pittore senese Ambrogio Lorenzetti e del suo affresco “Allegoria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo”: era un ascoltare assai più piacevole dei servizi del Tg da Teheran e dalla Valle Aurina ma la conclusione è che passano i secoli, cambiano i mezzi di comunicazione e la tecnologia ma vizi e virtù, passioni e sentimenti umani rimangono per fortuna o purtroppo (per fortuna “e” purtroppo) sempre gli stessi.