Descrizione
“I gatti del Nettuno”di via di Porta Murata
È noto che Genova è città di gatti. Ma affinché i due “popoli” – genovesi e mici vadano d’accordo occorre creare e mantenere le opportune condizioni logistiche, che non possono certo essere le scalcinate baracchette fotografate da un lettore in via Vicenza e pubblicate nel numero di settembre. Fra coloro che sanno fornire ai gatti le giuste condizioni di vita e di convivenza c’è Gabriella Arata, efficiente gestrice del gattile “I gatti del Nettuno”. Siamo in via di Porta Murata, fra il Fossato e il forte Tenaglia. Sul lato interno alle Mura Nuove, nel quartiere di San Teodoro, c’è un edificio nato come polveriera che fino a pochi anni fa era un ex magazzino edile ridotto a rudere. Oggi, grazie al duro lavoro e al portafoglio della signora Arata – che quando non si occupa dei suoi gatti è dipendente di Aster – e di pochi altri volenterosi volontari, l’ex rudere è una pulita, accogliente dimora per 150 gatti ex randagi o ex domestici abbandonati; una “casa” fornita di spazi all’aperto, vasti locali d’abitazione, infermeria e cucina. Ha tutto ciò che serve a una comunità di esseri senzienti per trascorrere in maniera dignitosa il tempo che il Dio dell’universo concede loro di vivere sulla Terra, senza dover trascorrere i loro anni sulla strada disturbando chi non ama vedere animali aggirarsi fra la rumenta dei marciapiedi e i fumi delle automobili. Nel gattile di Porta Murata gli animali vivono bene: sono puliti, col pelo lucido, allegri e affettuosi, molti di essi giocano coi visitatori e dimostrano di essere sereni, soddisfatti, allegri. Io ho gatti in casa da quando avevo 23 anni e ora ne ho 51, credo di saper distinguere un gatto contento da uno impaurito e insoddisfatto. Quelli di questo gattile sono contenti e soddisfatti. Tutto bene, quindi, fra i mici delle Mura Nuove? No, perché l’edificio che ospita il gattile è del Demanio e ci sono urgenti e gravi problemi di affitto: sono problemi economici e burocratici che si aggiungono alle alte spese di gestione e mantenimento, e che rischiano di far fallire questa intelligente iniziativa. Questo è anche uno dei motivi per cui ne parlo qui nel Gaz: non solo per far sapere ai sampierdarenesi e ai santeodorini che sul nostro territorio esiste una delle migliori strutture della Liguria che si occupano di gatti randagi e abbandonati, ma anche per invitare i lettori felinofili – fra cui forse potrebbe esserci qualche amministratore pubblico del Municipio di Genova Ovest a contribuire con pensieri, parole, opere e palanche alla soluzione del problema “come evitare lo sfratto ai gatti del Nettuno?”. Cercate il sito www.amordigatto.net e datevi da fare… Concludo con un pensiero non mio ma che condivido al 100%: “non si può possedere un gatto, al massimo si è soci alla pari”. È questo il motivo principale per cui amo i gatti: sanno amare e vogliono essere amati proprio come gli esseri umani ma a differenza di tanti umani non sentono il bisogno di comandare o di ubbidire per essere felici: né servi né padroni.