Descrizione
La professoressa Rosella Monteforte è la Dirigente Scolastica (ai miei tempi si chiamava Preside) dell’Istituto d’Istruzione Superiore Statale Einaudi-Casaregis-Galilei, che trinitriamente unisce l’Einaudi di via Cristofoli (Istituto Tecnico Economico) con il Galilei (Istituto Tecnico Tecnologico e Liceo Scientifico, opzione delle Scienze Applicate) e il Casaregis (Istituto Professionale indirizzo Servizi Commerciali) che hanno sede in piazza Sopranis; la incontro (entrambi doverosamente mascherati e opportunamente distanziati) nel suo ufficio al piano terra del vasto edificio di piazza Sopranis, per parlare di DAD – la didattica a distanza ormai ben nota, almeno di nome, anche a chi non lavora nella scuola e non ha figli in età scolare – e di quell’importante postilla che sarà l’esame di Stato (vulgo Maturità) 2020.
La Direttrice esordisce con chiarezza e concisione: “Quando si verificano situazioni d’emergenza, vanno affrontate e risolte”. Che è quello che è stato fatto in questa triplice scuola. “Quando c’è stata la sospensione dell’attività didattica in presenza, dal 9 marzo è iniziata la DAD; in effetti siamo stati tutti colti di sorpresa ma con l’aiuto dell’animatore digitale, il professor Gelli, abbiamo iniziato a proporre dei tutorial e a capire e far capire come sfruttare al massimo le potenzialità della piattaforma G Suite che usavamo già e che abbiamo fatto conoscere meglio a tutti i docenti e gli studenti. I docenti hanno reagito subito molto bene per portare avanti l’anno scolastico, se pur con qualche inevitabile difficoltà, dovute soprattutto al fatto che molti studenti erano sprovvisti di dispositivi adatti o di traffico dati sufficiente; un problema è stato anche il distanziamento sociale, assolutamente anomalo per gli adolescenti, che ha provocato un certo disagio psicologico. Poi sappiamo bene che le condizioni di vita in famiglia non sono ideali per tutti, ci sono famiglie numerose con troppa gente in case magari troppo piccole, i rapporti tra figli e genitori o tra fratelli non sono sempre idilliaci… Insomma abbiamo cercato di capire le varie situazioni e di intervenire. Abbiamo potuto spendere fondi arrivati dal Ministero per ampliare le dotazioni informatiche dell’istituto, per risarcire la spesa del traffico telefonico a chi ne avesse bisogno e abbiamo dato in comodato d’uso settanta tablet a studenti che ne erano privi. I contatti tra insegnanti e studenti sono sempre rimasti intensi anche attraverso il telefono, per ascoltare eventuali problemi personali dei ragazzi e le cause delle loro assenze alle lezioni.
Continuano a esserci naturalmente i voti e vengono segnate le assenze sul registro, ma si va in deroga per molte cose, tra cui la frequenza del 75% di ore necessarie per essere ammessi allo scrutinio; vanno in deroga i voti insufficenti, a settembre ci sarà un recupero per tutti gli alunni e durante l’anno prossimo i docenti faranno una verifica per vedere se le insufficienze sono state colmate; ciò non significa però che esse siano da prendere sottogamba perché sono voti che gli studenti si porteranno dietro nel prossimo anno scolastico (diciamo che sarà come per una squadra di calcio iniziare il campionato con dei punti di penalizzazione).
Il calendario degli orari delle lezioni DAD è rimasto quello normale ma riducendo a cinquanta minuti le lezioni, che è un tempo già molto lungo da trascorrere ininterrottamente davanti a uno schermo, e riprogrammando opportunamente il programma di insegnamento. Adesso, nell’ultimo mese, ogni docente all’interno del proprio orario ha segnalato i giorni in cui portare avanti le videolezioni e quelli da dedicare alle interrogazioni…. un lavoro più strutturato, insomma. Di fatto c’è stato un adattamento giorno dopo giorno sia dei docenti sia degli studenti all’evolvere delle necessità e delle situazioni. Ed è stata necessaria una certa dose di tolleranza per quanto concerne il vedere gli studenti durante le videolezioni: alcuni non si palesano perché si vergognano (a ragione o a torto) delle situazioni di casa loro. Comunque è sempre necessario che si palesino durante le interrogazioni. Non è facilissimo mantenere il giusto equilibrio per far funzionare tutto al meglio, gli insegnanti comprendono gli alunni e il loro disagio psicologico; oltre alle difficoltà tecniche di chi ha scarsi mezzi informatici ci sono il distanziamento e la privazione della socialità che sono innaturali per la loro età; essi faticano a comprendere i punti di vista degli adulti, ovviamente, anche se in realtà la maggior parte di loro collabora; però devono essere ben consci che le insufficienze se le porteranno dietro l’anno prossimo…
Per l’esame di Stato (la Maturità), la scuola ha adottato una linea prudenziale: prima cosa, vedere com’è andato il primo quadrimestre con i voti effettivi, per il secondo quadrimestre si terrà conto del processo e dell’esito; occorre bilanciare la valutazione formativa (processo) e la valutazione sommativa (esito). La valutazione formativa prende in esame la partecipazione alle lezioni a distanza, la puntualità e la costanza nel consegnare i compiti, il modo di interagire coi video-compagni. L’esame sarà in presenza, con sei professori interni, il presidente esterno e un accompagnatore dello studente; tutti indosseranno la mascherina e saranno doverosamente distanziati; l’alunno sosterrà un “maxi orale”, una prova orale “rinforzata”, e presenterà un elaborato su un argomento delle materie d’indirizzo. Si dovrà decidere come valutare i crediti formativi; il voto di ammissione all’esame conterà per 60 punti, il voto della prova orale varrà per gli altri 40. Comunque deve risultar chiaro ai ragazzi che essere ammessi all’esame non significa superarlo senz’altro, pur con tutta la comprensione…
Per il funzionamento complessivo della scuola si lavora in smart working e c’è abbondanza di riunioni a distanza, collegio docenti e consigli di classe. Una scuola composta da tre istituti diversi è una realtà variegata e anche un po’ complicata… La sede di piazza Sopranis è comunque aperta al martedì e al giovedì perché ci sono attività indifferibili da svolgere in loco, ma tutto è igienizzato bene, c’è molta attenzione alle misure igieniche”.
In conclusione chiedo alla Direttrice un’opinione sulla ripresa delle lezioni in presenza a settembre, se pensa che si sarebbe potuto concludere questo anno scolastico in classe come avviene in molte nazioni europee; mi risponde che secondo lei è meglio la prudenza e va benissimo riaprire a settembre. Anche perché non tutti sarebbero pronti ad accettare i “rischi” dell’affollamento, molti non sono ancora pronti psicologicamente ad affrontare la normalità; oltre ai rischi oggettivi di contagio che la vicinanza fisica dentro le classi può comportare. L’esame si svolgerà in presenza ma è una situazione particolare, ci sarà un alunno solo, ci saranno poche persone distanziate e mascherate, l’esame si può fare senza problemi.