Il sogno e la fatica di una Liguria eroica

Rivista: La Casana
Editore: Carige
Luogo di pubblicazione: Genova
Data: 2016, anno LVIII, n°3
(pubblicato sotto pseudonimo)

Categoria: Tag: , , ID:730

Descrizione

Alcuni anni fa un anziano contadino della Riviera di Levante mi raccontò che quando Dio ebbe finito di creare il mondo si accorse che gli avanzavano alcuni grossi massi e non sapendo che farsene li gettò giù sulla Terra a casaccio.

Caddero lungo la costa vicino a La Spezia e si ammucchiarono disordinatamente tra la val di Vara e il mare; fu così che nacquero le Cinque Terre. Ma chi volesse allontanarsi un po’ dai cinque borghi famosi fi   agli Antipodi e desiderasse cercare qualcosa di altrettanto affascinante ma assai più inusuale, cerchi la terra dei due Tramonti (di Schiara e di Campiglia): troverà una Liguria di sogno e di fatica: sogno sono le isole e le montagne che appaiono e scompaiono al di là del mare, fatica è lavorare questa terra verticale e fragile, sferzata dal libeccio e abbagliata dal sole; sogno e fatica insieme è lo scendere e il salir per questi viottoli di sassi e gradini che affiancano piccoli vigneti, minuscoli campi coltivati, oliveti, boschetti di macchia mediterranea. In un mondo in cui tutti desiderano il garage sotto casa e nelle grandi città si parcheggia nelle aree blu, ci si chiede come sia possibile che esistano luoghi come Schiara, raggiungibile scapicollandosi a piedi tra vigne e fichi     d’India e di fronte c’è solo il mare… Ci sono i pannelli solari su qualche tetto e sul sentiero sospeso tra i lecci e il cielo il telefono prende benissimo: che effetto fa essere “sempre connessi” in un posto così, più simile all’isola di Pasqua che alla città di La Spezia cui amministrativamente appartiene? Ancora più fuori dal mondo è Monesteroli, grumo di case stagionali di viticultori su un costone roccioso sopra il mare raggiungibile scendendo una ripidissima scalinata sospesa nel cielo, mille-duemila gradini che solo uomini dalle capacità eccezionali possono aver realizzato; si tramanda che il nome della borgata derivi da Menestèo, compagno di Ulisse nella guerra di Troia, che qui si sarebbe trovato al confine del mondo dei vivi, davanti al mare su cui apparivano le “isole dei  beati”  e  dove  si può entrare in contatto coi trapassati. Sciocchezze? Chissà… chi non c’è mai stato non può sapere cosa si vede con gli occhi del corpo e dell’anima in questo angolo di Paradiso-Liguria.  …

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