Descrizione
Il 14 novembre, nella sede del Consolato ecuadoriano di Via XX Settembre, ho incontrato la nuova Console dell’Ecuador a Genova, Martha Lorena Fierro Baquero, e la Console Aggiunta Maria Mercedes Guevara. Con un passato di campionessa di scacchi a livello mondiale e un periodo di attività politica svolta in patria nel settore sportivo, la Console si è insediata a Genova poche settimane fa e giustamente desiderava presentarsi alla stampa locale, illustrare alcuni progetti qualificanti dell’attività del Consolato e avere uno scambio di opinioni sui problemi del territorio. Problemi che per quel che riguarda il Gazzettino hanno a che fare con le difficili relazioni tra la numerosa comunità ecuadoriana e gli altri abitanti del quartiere di San Pier d’Arena (ma a me piace di più dire “della città di San Pier d’Arena”, considerando che il nostro quartiere ha più abitanti di almeno quindici capoluoghi di provincia italiani). La Console ha illustrato alcuni progetti già in corso o in procinto di iniziare, ispirati in generale al piano nazionale per il “Buen Vivir”: nella Costituzione ecuadoriana vi sono tre articoli dedicati al “Buon Vivere”, dove si dice che “Il Buen Vivir richiede che le persone, le comunità, i popoli e le nazionalità godano effettivamente dei loro diritti ed esercitino le loro responsabilità nell’ambito dell’interculturalismo, del rispetto delle diversità e della convivenza armonica della natura”. In pratica, l’attività del Consolato sarà diretta in particolare ad aiutare le famiglie ecuadoriane e i loro figli ad accrescere il loro bagaglio culturale e migliorare la qualità della loro vita e i rapporti con la comunità sociale in cui vivono; a breve verrà fatta la presentazione ufficiale delle attività rivolte alla comunità ecuadoriana di San Pier d’Arena. Da parte mia ho fatto presente i problemi di civile convivenza e di “disturbo della quiete pubblica” che molti esponenti della comunità ecuadoriana provocano col loro comportamento personale e di gruppo verso i loro concittadini sampierdarenesi; ho espresso la mia convinzione che per cambiare realmente le cose è necessario che siano gli ecuadoriani “saggi” a darsi da fare per primi nei confronti dei loro concittadini “non saggi”. La Console ha risposto che è stata bene informata di tutto ciò e si impegnerà, col Consolato, a fare il miglior lavoro possibile in questo senso. A nome mio personale, del Gazzettino e dei suoi lettori formulo i più sinceri auguri di buon lavoro alla Console, conscio che i sampierdarenesi sapranno bene accorgersi se nei mesi e negli anni futuri qualcosa cambierà in meglio nel comportamento e nel vivere pubblico e privato dei loro concittadini ecuadoriani.