Descrizione
San Pier d’Arena e i suoi circoli sociali
In via Walter Fillak 98 r, di fronte a via del Campasso, c’è un circolo sociale ricreativo ricco di storia e di spirito d’iniziativa, degno di nota anche perché pur essendo i suoi soci in maggioranza uomini, dal gennaio scorso ha una presidentessa, Diana Calcagnini, donna di chiare idee e decisa volontà. È un circolo che si fa scoprire poco a poco, dipende da quanto è curioso chi vi entra: all’ingresso c’è il bar, buono per bere e scambiare due chiacchiere superficiali; oltre una porta si apre una vasta sala giochi, ma non fraintendete, intendo i giochi belli “di una volta”, biliardo e carte. Salendo una scala si arriva là dove si fa cultura…
La Società Sportiva “La Ciclistica” è nata nel 1918 per opera di operai, portuali, bottegai allo scopo di indirizzare i giovani allo sport. Nel Ventennio fu un punto di incontro antifascista, all’epoca era nota come La Tana; durante la Resistenza fu un rifugio per i partigiani e nel 1944 i fascisti fecero una retata arrestandone parecchi. Una targa affissa accanto all’ingresso ne racconta brevemente la storia. Col tempo è ovviamente cambiata, diventando un centro di ritrovo per attività di svago, manifestazioni, gite, corsi di inglese, di tango e di tai chi; quattro volte all’anno si organizzano “cene di stagione” con menù diversi a seconda del periodo. Il circolo è collegato all’ARCI che apre due volte alla settimana uno sportello per gli immigrati e organizza una volta alla settimana il doposcuola. Ci sono anche altre idee per il futuro, ma non è ancora giunto il momento di parlarne… Le attività sono aperte a chiunque ma – anche per ragioni assicurative – a chi vi partecipa è richiesto di prendere la tessera di socio, che costa davvero poco. Ovviamente chi gestisce il circolo e organizza le attività lo fa per volontariato, non è certo un’associazione a scopo di lucro! Tutto bene quindi? Forse no; vi sono due problemi non facili da risolvere, nonostante la buona volontà e l’impegno: i soci, circa 180, sono tutti italiani, quasi tutti uomini, quasi tutti anziani, mancano gli stranieri e i giovani. Questo è un quartiere dove vivono molti immigrati, il circolo è aperto all’integrazione e accoglierebbe volentieri sia i giovani sia i sampierdarenesi di origine straniera, peccato che né gli uni né gli altri ci vengano; magari entrano nel bar per bere qualcosa ma – finora – non si fanno coinvolgere in nessuna attività “oltre la porta”. La Presidente è visibilmente rammaricata da questa situazione: “Tutti qui intorno sanno cosa facciamo, le nostre attività sono molto pubblicizzate, sanno che accogliamo chiunque ma non vengono… Forse se uno o due “osassero” per primi, altri poi seguirebbero, ma chi vuole essere il primo? La lingua inglese è ormai essenziale per chiunque ma il corso d’inglese ha solo quattro iscritti, perché sono così pochi?”. Lo sguardo della Presidente si illumina nuovamente raccontando un’iniziativa recente di cui va orgogliosa, i Libri Liberi: due piccole librerie, nel bar e nella sala giochi, i cui libri “passano dalle mani di chi li ha letti alle mani di chi desidera leggerli”. Per ora pochi leggono ma è un buon inizio. Perché questa non vuole essere una società dove si viene solo a bere e giocare a carte e a biliardo ma un punto di incontro e di cultura per tutto il quartiere.