Descrizione
Qualche sera fa sono andato al Carlo Felice al concerto della Premiata Forneria Marconi che cantava le canzoni di Fabrizio De Andrè. Tra una canzone e un’altra Franz Di Cioccio ha ricordato che Faber disse che preferiva pensare Gesù come uomo piuttosto che come Dio, perché se è Dio noi umani non potremo mai imitarlo, ma se è uomo, allora potremmo farcela. Io ascoltavo e pensavo alla Pasqua imminente, questa festa che ricorda l’evento storico più assurdo della storia, il ritorno alla vita di un uomo morto. E pensavo che ci sono profonde motivazioni teologiche che spiegano questo evento e il perché dobbiamo rallegrarcene: la vittoria sulla morte, la vita eterna, il Paradiso eccetera. Ma pensavo anche che dell’escatologia, dei destini ultimi degli esseri umani e dell’universo, non m’interessa poi più di tanto; trovo più interessanti i destini dell’umanità, dei “figli di Dio”, qui sulla terra durante la nostra vita biologica. Per cui la Pasqua mi piace perché è la festa di Gesù ma non tanto per la Sua resurrezione quanto perché rappresenta il momento culminante del ricordo di… un uomo? un Dio? Un Dio-uomo? Ognuno la pensi come vuole, certo è che Joshua bar Joseph, come presumibilmente lo chiamavano i suoi amici e i suoi parenti, ha detto cose inaudite – in senso letterale – prima e dopo di lui, cose come “ama il prossimo tuo come te stesso, amate i vostri nemici”. Parole inaudite e difficilissime, chi riesce ad amare i propri nemici? E già difficile amare “quasi” come noi stessi tutti quelli che ci stanno vicini, figuriamoci chi ci è lontano o chi ci vuole male. In queste parole, in queste dichiarazioni di amore totale si manifesta, secondo me, la divinità di quel figlio di falegname galileo vissuto e morto duemila anni fa. San Paolo nella Prima Lettera ai Corinti dice “se Cristo non fosse risorto sarebbe vana la nostra fede”; non sono d’accordo: se Gesù non fosse risorto io non sentirei vana la mia fede in Lui perché non riesco a pensare che l’amore che Gesù ha insegnato durante la sua vita terrena sia semplicemente il frutto dei pensieri di un uomo; quell’amore “sovrumano” solo Dio poteva pensarlo e insegnarlo. Per cui, buona Pasqua a tutti.