Descrizione
Come forse tutti ricorderanno, il 2 ottobre una feroce alluvione ha distrutto case, paesi, strade e ferrovie nelle valli tra Liguria di Ponente, Costa Azzurra e basso Cuneese. Molto colpite le zone di Garessio in Val Tanaro e Limone Piemonte in Val Vermenagna. Quindici giorni dopo, il finesettimana del 17 e 18 ottobre, si sono svolte in tutta Italia le Giornate d’Autunno del FAI Fondo Ambiente Italiano; in provincia di Cuneo avrebbe dovuto essere aperto e visitabile il Castello di Casotto, una residenza sabauda nell’entroterra di Garessio, ma l’alluvione ha distrutto le strade di accesso, la rete elettrica e la rete idrica intorno al Castello. Sembrava una situazione senza speranza. Ma già quattro giorni dopo il disastro, martedì 6, il Capodelegazione FAI di Cuneo, Roberto Audisio, segnalava su una chat nazionale del FAI (si vive molto di Whatsapp, oggidì) che “la Regione Piemonte si è mobilitata per garantire l’accessibilità al Castello ripristinando a tempo di record strada, allacciamenti Enel e acqua. Toccanti le parole del Sindaco di Garessio Ferruccio Fazio (già Ministro della Sanità nel governo Berlusconi IV) “. Sabato 17 e domenica 18 le Giornate sono state un successo, più di 550 ingressi al castello, tutto esaurito (con le limitazioni del tempo di covid) e molta gente mandata indietro perché non c’era più posto. Il giorno 19 Roberto Audisio ha commentato così il successo dell’evento: “E sottolineo che il castello è nel cuore della zona alluvionata: fino al giorno prima mancava luce, acqua… Non esiste più la strada d’accesso da uno dei paesi vicini… I segni del disastro sono evidenti. Eppure abbiamo accolto visitatori da Milano, Genova, Torino, Pavia. La rinascita che parte dalla cultura. Emozionante”. Sono d’accordo con l’amico Roberto: emozionante, la rinascita dopo il disastro climatico. Sarà così anche dopo la fine del disastro sanitario? La rinascita post-covid partirà dalla cultura? Dio voglia, secondo me sarebbe un gran bel modo di rinascere.