Descrizione
Ad aprile al Centro Civico Buranello si è tenuta l’assemblea regionale del CAI, Club Alpino Italiano. I delegati rappresentavano gli 11.500 soci liguri che durante i lavori qualcuno ha definito “cercatori di bellezza” parlando delle attività che il CAI svolge verso l’esterno, verso la società civile e l’ambiente naturale.
Cercatori e diffusori, promotori di bellezza, insomma. Io ero lì in veste di giornalista ma frequento altre associazioni di volontariato che come il CAI cercano la bellezza e lavorano per custodirla e raccontarla agli altri, e seguendo i lavori dell’assemblea pensavo a quanto sia importante l’azione delle migliaia di persone che dedicano una fetta della loro vita ad attività di volontariato. Verso gli altri esseri umani, verso gli altri esseri viventi, verso il mondo in generale… poco importa chi e quali siano i destinatari di queste attività volontarie; importante è constatare che esiste un vasto consesso di italiani che hanno a cuore il mondo e chi vive in esso; e questi miei, nostri concittadini agiscono – ciascuno secondo i suoi talenti – per custodire ciò che va custodito e migliorare ciò che va migliorato ma senza cercare un tornaconto personale materiale. Cioè, il tornaconto c’è ed è importante: è il sentirsi bene con se stessi e con gli altri, col nostro prossimo, col mondo tutto. In una chiacchierata di venti giorni fa il presidente dell’Unitre Genova mi parlava del “coinvolgimento” che muove l’azione dei soci tutti volontari attivi nel promuovere la cultura nei suoi più diversi aspetti. Coinvolgimento per diffondere cultura, bellezza da cercare.
Quand’ero boy scout mi insegnarono che Robert Baden-Powell, il fondatore dello scoutismo, aveva detto “cercate di lasciare il mondo un po’ migliore di come l’avete trovato”; è gratificante vedere che tra evasioni fiscali, risse politiche, corruzioni e concussioni, femminicidi, incendi dolosi, odi interetnici, cambiamenti climatici, minacce nucleari, bombe ai concerti c’è anche tanta gente che si impegna per migliorare un po’ il mondo e lo fa “a gratis”, come si dice in gergo.