Descrizione
Una storia iniziata nel 1851
Chi desideri cercare la più antica società operaia della Grande Genova venga a San Pier d’Arena in via Alfredo Carzino 2, sapete quel palazzo di colore grigio con la torre in severo stile razionalista, ben visibile dalla ferrovia; ha il suo fascino quell’edificio, ormai storico per età anche se non è ancora classificato come tale; basta guardarlo per capire che ha qualche storia da raccontare…
Racconta la storia dell’associazionismo operaio ligure, che iniziò nel 1851, centosessantasei anni fa (era ancora Regno di Sardegna); il 5 ottobre di quell’anno vide la luce la società Unione Umanitaria che faceva propri i principi di progresso umano di Giuseppe Mazzini ispirandosi al suo binomio “pensiero e azione”, e che si sviluppò rapidamente creando tre cooperative di consumo, di produzione e per la costruzione di case economiche, istituendo scuole, contribuendo all’edificazione dell’Ospedale di Villa Scassi e intrattenendo una corrispondenza con Giuseppe Mazzini esule a Londra, a cui nel 1863 inviò una somma di denaro per aiutare un gruppo di operai tessili inglesi rimasti senza lavoro. La città di San Pier d’Arena nella seconda metà del XIX secolo è stata un po’ la capitale delle cooperative, tutte figlie – in itangliano contemporaneo si dice “spin-off” – delle società operaie e dell’Umanitaria in particolare, che nel 1892 assunse il nome di Universale a indicare di essere aperta ai lavoratori di tutti i mestieri.
Tra i soci del periodo d’oro a cavallo tra XIX e XX secolo troviamo due personaggi importanti (a cui San Pier d’Arena dedica due vie): Valentino Armirotti, che fu garibaldino e tra i primi operai a essere eletto Deputato alla Camera, e Carlo Rota, compagno di Carlo Pisacane nel 1857 e tra i fondatori della cooperativa di consumo. La Grande Guerra ridusse di parecchio il numero dei soci, poi il fascismo requisì la società, distruggendo le statue di Mazzini e Garibaldi nella sede, e qui costituendo il secondo fascio d’Italia. Finita la guerra l’Universale riprese il suo ruolo di associazione operaia e democratica.
E oggi? Erio Bertorello, attuale presidente dell’Universale, mi dice che essere una società di mutuo soccorso comporta agevolazioni ma anche vincoli, come l’iscrizione alla Camera di Commercio che ha i suoi costi, e impegni verso i soci: il “mutuo soccorso” può spaziare dal contributo alle spese funerarie all’assicurazione per le spese mediche o può – come sta facendo attualmente una socia piena di entusiasmo – rivolgersi alla ricerca storica sulle cooperative genovesi.
Insomma questo non è un semplice circolo ricreativo, anche se naturalmente qui ci si ricrea volentieri… La sede accoglie anche una biblioteca ricca di circa quattromila volumi, in massima parte su argomenti storici e legati al Risorgimento, inserita nel circuito delle biblioteche liguri e quindi consultabile da ogni lettore e studioso. I soci sono oggi circa novanta (paganti; poi ci sono i morosi…) e sono quasi tutti uomini adulti-anziani; il più vecchio ha 97 anni benissimo portati. Sono poche le donne – però a differenza di altre associazioni qui ci sono sempre state – e quasi nessun giovane. Il problema della mancanza di un ricambio generazionale è comune a tutte le associazioni storiche del quartiere e difficilmente qualcosa cambierà nell’immediato futuro.
Chi volesse saperne di più può cercare il libretto “Sampierdarena e la Società Operaia di M.S. Universale “Giuseppe Mazzini”, scritto da Lara Piccardo e pubblicato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Genova nel 2005 in occasione del bicentenario della nascita di Mazzini.