Descrizione
“Non ti auguro un anno meraviglioso in cui tutto è buono: questo è un pensiero magico, infantile, utopico. Ti auguro di avere il coraggio di guardarti e di amarti così come sei. Che tu abbia abbastanza autostima per combattere molte battaglie, e l’umiltà di sapere che ci sono battaglie impossibili da vincere che non vale la pena di combattere.
Ti auguro che tu possa accettare che ci sono realtà immutabili, e che ce ne sono altre che, se abbandonerai l’abitudine a lamentarti, potrai cambiare. Che tu non ti permetta i “non posso” e che tu possa riconoscere i “non voglio”.
Ti auguro di ascoltare la tua verità e di dirla con la piena consapevolezza che è solo la tua verità, non quella dell’altro. Che tu ti esponga a ciò che temi, perché è l’unico modo per vincere la paura. Che tu apprenda a tollerare i “punti neri” dell’altro perché anche tu hai i tuoi, e questo annulla la possibilità di reclamare.
Non condannarti per aver commesso errori, non sei onnipotente.
Ti auguro di crescere fin dove e quando lo desidererai. Non ti auguro che il 2020 ti porti la felicità. Ti auguro di riuscire a essere felice qualunque sia la realtà che ti tocca di vivere.
Che la felicità sia il cammino, non la meta…”
Anche se i più internetnauti tra i lettori del Gazzettino possono avere già letto questi pensieri sul web, voglio ringraziare la psicologa argentina Mirta Medici che li ha scritti e la mia amica tedesca Doris Malenschek che me li ha fatti conoscere.