Descrizione
Qui si parla di fisica, di filosofia, di universo, della vita e dell’io ma in buona sostanza tutto questo lavoro ha per “hub” – per perno centrale – la fede; la fede e la non-fede, pensata, mediata, analizzata attraverso la fisica, naturalmente, ma è la fede, oh si, a reggere le fila dei canti di Carlo Pontiggia e conseguentemente dei controcanti miei!
Nel XXIV canto del Paradiso San Pietro chiede a Dante: “Dì, buon Cristiano, fatti manifesto: fede che è?” e il poeta, citando la Lettera agli Ebrei, risponde: “fede è sustanza di cose sperate e argomento de le non parventi”. E sono tante le “cose sperate” e le “non parventi” nella vita e nei pensieri di ogni essere umano, fisico o analfabeta, credente o ateo.
Pontiggia dice di parlare da “laico” ed esprime la sua personale opinione di scienziato ateo o almeno agnostico; io faccio il mio controcanto da amante della scienza (non sono uno “scienziato” proprio per nulla) credente e certo non intendo controcantare a nome di tutti i credenti. Vorrei evitare le generalizzazioni, mi piace quel detto latino: tot capita, tot sententiae, quindi i miei pensieri sono soltanto miei. Se poi sono condivisi anche da altri, tanto meglio.