Rischio calcolato

Rivista: Gazzettino Sampierdarenese
Editore: S.E.S. – Società Editrice Sampierdarenese
Luogo di pubblicazione: Genova
Data: 30 aprile 2021

Categoria: Tag: , ID:3320

Descrizione

L’anno scorso un’efficace descrizione artistica del lockdown era stata la canzone Living in a Ghost Town dei Rolling Stones; dopo un anno Sir Mick Jagger torna su Youtube col rock duro di Eazy Sleazy per dire la sua sulla necessità di uscire da questo incubo che è sociale tanto quanto sanitario; apprezzo entrambe le canzoni, nella forma e nella sostanza. In marzo raccontai di un amico che aveva vissuto l’ospedale e la terapia intensiva; quello è un punto di vista sulla pandemia, il principale punto di vista ma non l’unico: ci sono danni da covid anche in chi il virus non lo ha incontrato ma, ad esempio, ha perso il lavoro o lo ha formalmente mantenuto ma faticherà a riprendere quando potrà farlo. E i ragazzi sulla cui crescita emotiva è stato giocato confusamente, come ne usciranno da questi anni sballati? Ma anche gli adulti senza problemi sanitari ed economici: conosco diversi ultracinquantenni nelle cui parole, magari osservandoli sullo schermo del tablet durante una riunione su Zoom, avverto la preoccupazione di “essere costretti” prima o poi a incontrarsi nuovamente di persona, dal vivo; quanto faticheranno a espellere lo stress che in questi mesi si è incistato dentro la loro psiche? Per fortuna non sono tutti così: ieri per strada ho incontrato una coppia di amici, soci come me di un’associazione culturale con cui facevamo conferenze, mostre ed escursioni; si vaccineranno a breve, mi hanno fatto un elenco di attività che vorrebbero organizzare appena sarà possibile e come me attendono il mitico 26 aprile (questo Gazzettino uscirà dopo ma oggi mentre scrivo è solo il 18) per capire bene cosa e quanto e dove si potrà nuovamente fare e andare. Draghi dice che queste lente riaperture sono “un rischio calcolato”; capisco che siano un rischio ma plaudo al governo che ha deciso di considerare il malessere sociale importante quanto il malessere sanitario. I virologi criticano le aperture profetizzando sventure estive: forse hanno ragione ma non riesco a non pensare che godono di lauti stipendi e fra consulenze politico-scientifiche e interviste sui media hanno un’intensa vita sociale, cose che oggi molti loro concittadini non riescono nemmeno a sognarsi di notte

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