Descrizione
Organizzata dal CAI di San Pier d’Arena
Domenica 12 giugno il nome di San Pier d’Arena risuonerà forte e chiaro sulle elevate vette dell’Appennino Genovese e lungo le sue valli. Retorica a parte, la sezione del CAI del nostro quartiere-città organizza per quella data la dodicesima Rigantoca, l’ormai tradizionale marcia escursionistica non competitiva lunga oltre 43 chilometri che dal Righi scavalca valli e oltrepassa crinali sino ad Avosso in valle Scrivia per poi salire sino ai 1597 metri della vetta del monte Antola e infine scendere a Caprile di Propata, ridente borgata (come dicevano le vecchie guide del TCI) dell’alta val Trebbia. La Rigantoca non è certo per “gitanti della domenica” anche se si svolge in quel giorno. Il percorso è lungo, più della maratona olimpica, e si svolge su territori di media montagna anche accidentati; i dislivelli da affrontare sono notevoli (circa 1950 metri in salita e circa 1200 metri in discesa), per cui i partecipanti devono essere buoni camminatori resistenti alla fatica, devono sapersi muovere su quel tipo di terreno e soprattutto devono avere la resistenza mentale necessaria per superare la fatica di un percorso così lungo e le eventuali “crisi” che si possono presentare durante il cammino. O la corsa, perché benché non sia una gara c’è sempre chi la prende come se lo fosse, magari soltanto per mettersi alla prova con se stesso. Organizzare questa manifestazione significa per il CAI di San Pier d’Arena anche un lungo lavoro preparatorio che comprende un sopralluogo sull’intero percorso per ripristinare e pulire i sentieri dove essi manifestino situazioni potenzialmente pericolose per i partecipanti, magari provocate dalle intemperie dell’inverno. La Rigantoca è una magnifica occasione per immergersi nel diversi ambienti naturali e culturali caratteristici dell’Appennino Genovese: la partenza dal Righi permette di cogliere appieno il carattere “obliquo” della città di Genova che è fra quelle col maggior dislivello urbano al mondo, insieme a Hong Kong, San Francisco, Algeri e poche altre città. Il percorso sino ad Avosso attraversa un paesaggio di crinali panoramici, ventosi e solitari, tanto più affascinanti in quanto molto vicini alla città ma pur così distanti da essa per differenza di ambiente. La salita della val Brevenna è un percorso attraverso quel mondo contadino da cui anche molti fra noi cittadini odierni discendiamo. E poi c’è l’Antola, il re della montagna genovese, dalla cui cima lo sguardo spazia (se il tempo è buono e l’aria limpida) a 360° dalla Corsica alla Riviera di Ponente, dalle Alpi Marittime al Monte Rosa, dalle Apuane alle isole toscane. Per informazioni più precise sulla marcia si può contattare i signori Giuliano Geloso (333 482 0077) e Giuseppe Ferrari (347 130 6798), o visitare il sito www.caisampierdarena.org.