Oggidì va di moda presso molti italiani ed europei benpensanti pavidi e supponenti vergognarsi di ciò che – nel bene e nel male, che c’è anche il male, ovviamente – ha caratterizzato sin nell’intimo più profondo la civiltà italiana ed europea da millesettecento anni, almeno dall’Editto di Milano di Costantino del 313 in poi: la religione cristiana, e cattolica in Italia.

Il triste è che ciò accade non solo tra i tantissimi italiani ed europei scristianizzati che considerano il Cristianesimo una via di mezzo tra uno sciocco mito antiquato e un’interessante filosofia sociale ma anche tra chi almeno a parole si ritiene credente in Gesù Cristo Figlio di Dio.

Io non sono un cattolico credente osservante e praticante al 100% dell’ortodossia, ho profondi e ragionati dubbi su un mucchio di tradizioni, dogmi, usanze, certezze, affermazioni, obblighi e divieti della Chiesa Cattolica, ma così come troverei sciocco nascondere a me e agli altri i miei dubbi troverei ignobile dissimulare la mia per quanto imperfetta fede per un presunto timore di “offendere la sensibilità di qualcuno” che non la condivide con me.

Io sono quello che sono e far finta di essere diverso non mi renderebbe migliore agli occhi di chi ha una fede religiosa diversa dalla mia o non ne ha affatto.

Perciò sono convinto che non si rende migliori i bambini italiani vietando loro a scuola di costruire presepi e di cantare Tu scendi dalle stelle; così come non si renderebbero migliori i bambini della Giordania vietando loro di conoscere e manifestare le tradizioni culturali giordane legate alla fede musulmana, o i bambini israeliani ignorando le feste ebraiche nelle scuole di Israele. Indipendentemente dalla fede religiosa dei singoli bambini e delle loro famiglie, in Italia, in Giordania, in Israele.

E similmente non si diventa adulti migliori mandando a metà dicembre a parenti, amici e colleghi dei generici auguri di “Buone Feste” o – peggio – quegli insulsissimi “saluti di stagione” (Season’s Greetings, detto in inglese fa più figo), come fossero carciofi.

Per cui io mi permetto, anzi mi compiaccio, di mandare a tutti voi, parenti, amici vicini e lontani, semplici conoscenti, i miei più sentiti, sinceri e profondi

AUGURI DI BUON NATALE

NATALE nel senso antico del termine, la Natività di Nostro Signore Gesù Cristo, quel Joshua bar Joseph che la tradizione vuole sia nato intorno al 4 avanti Cristo alla periferia (allora, oggi è nel centro città) della cittadina di Beit Lehem pochi chilometri a sud di Gerusalemme (la Città della Pace / La Santa) e che secondo la fede cristiana è la Seconda Persona della Santissima Trinità incarnata, il Logos divino fatto uomo.

Li mando anche a chi è musulmano, ebreo, buddista, testimone di Geova, taoista, yazida, zoroastriano, jainista, confuciano, neopagano, baha’i, agnostico, ateo (non so se tra Voi Lettori ci siano taoisti, yazidi, zoroastriani, confuciani, baha’i e jainisti, a ben pensarci…) perché son certo che nessuno di voi è così ottuso da avere la sua sensibilità “offesa” se ricevete degli auguri rivolti a voi con affetto in nome di Dio, qualunque sia l’occasione per mandarveli e qualunque sia il nome che in questi auguri viene dato a Dio.

(Scritto il 17 dicembre 2015)

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