Che l’approccio riduzionista non sia il migliore per descrivere la realtà fisica e fenomenica, e che un punto di vista olistico permetta invece di percepire e comprendere assai meglio cos’è e com’è fatto l’universo, lo si può constatare ad esempio osservando Francesca.
“Scomposta” nelle sue diverse parti non fa una gran figura: capelli lisci e banalmente diritti alla Valentina Melaverde, testa leggermente protesa in avanti, bocca troppo larga che spezza una faccia troppo allungata, pelle chiaretta lentigginosa facile all’arrossamento, mani lunghe e quasi secche nella loro magrezza, braccia altrettanto ossute, seno difficile da notare sotto i vestiti, corpo poco “curvilineo”. Gli occhi, ecco, veramente gli occhi sono cosa assai degna di attenzione e di lode, i più grandi profondi magici occhi azzurri creati da Dio, per fortuna che ci sono gli occhi che migliorano un po’ il risultato, ma con questi elementi non si fa una ragazza bella.
Invece si.
Quando la incontri non noti né la bocca larga né le mani sottili né nient’altro, vedi una persona unica, unitaria, che suscita un’immediata, inattesa, convinta, persistente sensazione di bellezza. Una bellezza che colpisce al primo incontro e non si dimentica più. Francesca non sarebbe Francesca se avesse il viso rotondo, la bocca piccola, il seno grande, le mani carnose. Francesca è bella così com’è, e non potrebbe essere altrimenti. Certe montagne dell’Appennino o certe coste deserte della Sardegna emanano un fascino violento, che ti entra dentro e te lo porti dietro dovunque tu vada, anche nella città più umana e più civile di questo mondo, e questo fascino è fatto solo di vento tagliente, di alberi stortignati, di sassi polverosi, di acqua fredda, di passi faticosi, tutte cose che di solito si lasciano dove stanno senza grandi rimpianti; eppure il desiderio di essere in cima al monte Antola, nel vento freddo, ti può mordere mentre passeggi per una calda e colorata via di Milano, e sai che chi non è mai stato lassù probabilmente non capirà questo tuo anelito, ma chi conosce, capisce. Così è per Francesca: prova a descriverla a chi non l’ha mai vista: ti dovrà credere sulla fiducia se gli dici che è bella; fai che possa vederla, e non la dimenticherà più. E se la dimentica è uno che non capisce niente della bellezza della vita.