Lady Phillipson e Annita Garibaldi
Il nome è pomposo: Club Unesco di Sanremo. A vederci in faccia sembriamo più una simpatica ghenga di amici di mezza età, alcuni dei quali anche un po’ buontemponi, il Presidente in primis, che si ammantano di titoli e funzioni altisonanti solo per giustificare quelle cene conviviali che concludono molte riunioni e “consigli direttivi”. Magari è anche così ma qualcosa di interessante dal punto di vista culturale secondo i principi informatori dell’UNESCO riusciamo davvero a farlo. Le attività più frequenti – ma non le sole – sono le presentazioni di libri, grazie alla compiacenza degli autori che vengono anche da ben fuori Sanremo e fuori Liguria per presentare di fronte a un pubblico più o meno ampio le loro creature letterarie, nei locali della Biblioteca Civica o in quelli più blasonati del Museo Civico nel Palazzo Borea d’Olmo (che qualcuno ebbe a definire “il più bel palazzo barocco genovese fuori di Genova”).
L’ultima presentazione, proprio a palazzo Borea, ha avuto luogo lo scorso sabato 11 gennaio ed è stato un lavoro quasi totalmente interno al Club: “Un angolo di terra straniera” è il titolo, alcune “donne del Club” ne sono le autrici, l’argomento sono i rapporti poetico-epistolar-amichevoli-sentimental-economici-politici che Giuseppe Garibaldi intrattenne con una poetessa inglese, Lady Phillipson [trovate facilmente sia la Lady sia il libro su Google] che visse a lungo a Sanremo, ivi morì e qui è sepolta, nel cimitero monumentale della Foce (una specie di Staglieno in piccolo, come Staglieno ricco di personaggi illustri e di opere d’arte, come Staglieno fortemente bisognoso di cure e restauri, per i quali scarseggiano ovviamente i fondi).
Ospite d’onore dell’evento è stata la professoressa Annita Garibaldi (con due enne), di cui l’Eroe Nazionale e dei Due Mondi è bisnonno, essendo lei nipote di Ricciotti Garibaldi, quarto figlio di Giuseppe e Anita. Una donna di una settantina d’anni dalla personalità spiccata e interessante, docente di diritto costituzionale in varie università, nata in Francia, con marito francese, vita vissuta fra Roma, Parigi e Bordeaux, faconda oratrice, piacevole da ascoltare, colta e divertente. Indubbiamente è stata lei “l’attrazione” della conferenza-presentazione, anche se le sue colleghe-autrici hanno tenuto benissimo la scena prima e dopo di lei (avvocato Ersilia F, professoresse Maria R e Stefania S, dottoressa Ida B, insomma gente abituata a parlare e a interagire disinvoltamente col pubblico pure loro).
Come disse Ciro E, ottimo Presidente del Club, ci aspettavamo il successo ma non il trionfo. Perché in effetti un po’ trionfo lo è stato: la sala del museo dove si è tenuta la presentazione era strapiena, non era enorme ma un centinaio di persone ci stavano, ne sono arrivate almeno 140, c’era gente in piedi appoggiata ai muri e ai termosifoni e altra in piedi nei corridoi fuori, dove probabilmente si sentiva e si vedeva poco. Alla faccia di chi pensa che Sanremo sia solo una città di turisti del Festival e di russi arricchiti e ignoranti. E non erano tutti vecchietti rebecucchi nostalgici del Risorgimento, c’erano anche giovani, magari non adolescenti ma certamente gente ben più giovane di me. Forse il nome di Garibaldi continua ad affascinare i cittadini di questa Italia scalcagnata, forse in generale l’interesse per la storia patria e locale è più forte di quanto comunemente si pensi. Non so, comunque è stato un gran bel sabato pomeriggio.