Un amico prematuramente scomparso diceva che le cose davvero importanti della vita sono tre: pappa, nanna, cacca.
È verissimo, e vale per gli umani come per tutti gli esseri viventi. Ognuno fa la pappa, la nanna e la cacca a modo suo ma da quella sacra trimurti nessuno può scappare. Nemmeno i batteri.
Mio cognato mi ha mandato il link a un articolo scientifico del quotidiano peruviano La República del 3 gennaio 2024, il cui titolo (in spagnolo ovviamente) è “Gli scienziati hanno scoperto il metodo per fabbricare oro nella forma naturale: un batterio è la soluzione”.
Nell’articolo si legge che “con questa scoperta il processo di formazione di questo prezioso minerale non dipenderà più da altri composti tossici come il mercurio”. Si legge che il batterio Cupriavidus metallidurans vive in suoli ricchi di metalli pesanti e nel 2009 è stato osservato che espelle piccole particelle di oro. Il fatto ha incuriosito alcuni scienziati che si sono resi conto che questi batteri hanno un meccanismo metabolico che gli permette di nutrirsi e sopravvivere in ambienti che ucciderebbero la maggior parte degli esseri viventi, e come conseguenza secondaria… defecano oro.
Un santo dei tempi antichi aveva detto che il denaro è lo sterco del diavolo; ora si può dire che l’oro è lo sterco dei microbi. Si possono trovare sottintesi filosofico-etico-economico-sociali a piacere…
Uno dei microbiologi tedeschi che ha studiato il microbo che fa la cacca d’oro ha detto che questi microorganismi “mangiano” i composti metallici del suolo e alcuni enzimi con un processo ingegnoso separano le sostanze nutritive dai metalli, che vengono espulsi. C’è una favola di origine greco-romana che racconta di una gallina che fa le uova d’oro; questi batteri ne sono metaforicamente i discendenti moderni e ingegnerizzabili.
A prescindere dall’incerta convenienza economica di ottenere oro puro grazie a questo batterio, esso viene già usato insieme ad altri suoi colleghi “alchimisti” per la bonifica ambientale di terreni inquinati da metalli pesanti. Ma se oltre a risanare le terre avvelenate questi piccoli signori riusciranno anche a produrre lingotti e fedi nuziali, tanto meglio.
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Come tutti i periodi di crisi planetaria, anche l’attuale cambiamento climatico causato dalle attività umane causerà danni mortali ad alcune specie viventi ma altre sapranno approfittare delle nuove condizioni ambientali; un po’ come è successo alla fine del Cretaceo quando l’estinzione dei dinosauri (asteroide o altra causa) ha dato spazio allo sviluppo dei mammiferi. Che poi non tutti i dinosauri si sono estinti, 65 milioni di anni fa: alcuni sono sopravvissuti e hanno continuato a evolversi e adesso li chiamiamo uccelli.
Leggendo Le Scienze ho appreso che in Groenlandia c’è un gruppo di orsi polari che ha imparato a usare i blocchi di ghiaccio di acqua dolce come piattaforme per la caccia. Il riscaldamento del mare rende sempre più raro il ghiaccio marino, che per gli orsi polari è indispensabile; ma alcuni più furbi, più intelligenti, più intraprendenti hanno trovato una soluzione alternativa. Ignoro le differenze tra ghiaccio formato con l’acqua dei fiumi e ghiaccio di acqua di mare ma evidentemente ci sono, visto che il primo non viene abitualmente usato dagli orsi come base di appoggio per le loro attività. Però qualche orso ha imparato a fare di necessità virtù. Facile pensare che se il ghiaccio marino dovesse continuare a diminuire, quegli orsi che si sono modernizzati avranno maggiore probabilità di sopravvivere e tramandare la loro abilità ai posteri. Survival of the fittest, diceva Darwin.