Dicono che un fiume prima di gettarsi in mare provi un tremito di paura.
Si volta indietro e vede in un colpo d’occhio tutta la sua camminata:
i picchi,
le montagne,
il lungo percorso sinuoso attraverso la foresta,
i villaggi,
e davanti a sé vede un oceano tanto grande che entrarvi non rappresenta altro che scomparire per sempre.
Ma non c’è alternativa.
Il fiume non può tornare indietro.
Deve rischiare ed entrare nell’oceano.
Ed è solo quando entra nell’oceano che la paura scompare,
solo allora si rende conto che non si tratta di scomparire nell’oceano ma di diventare oceano:
da un lato è scomparire, dall’altro è rinascere.
Così è la vita: non si può tornare indietro, ma solamente andare avanti e avere il coraggio di diventare oceano.
L’ho letta nel libro “Terra: una fragile bellezza” del fotografo Luca Bracali, edito nel 2020 dall’Istituto Geografico Militare, dove viene attribuita a Henrik Ibsen.
Cercando in rete mi sono accorto che altri la attribuiscono a Khalil Gibran, altri a Osho. Insomma, chi mai l’avrà scritta? Boh.
Poco importa. Auguri a tutti e buon ingresso nell’oceano del 2022.