Le brutte notizie che arrivano dalla cosiddetta Terra Santa, mi hanno fatto venir voglia di guardare le fotografie dei miei due viaggi in Israele/Palestina nel 1998 e nel 2005. Nel ’98 partecipai a una International Conference on Crystal Growth, roba scientifico-universitaria; nel 2005 andai con Pino Petruzzelli con obiettivi più sociali-artistici, diciamo così.

In entrambi i viaggi amai quella che per me è la città più affascinante del mondo cioè Gerusalemme, dove mi piacerebbe tornare ancora una volta prima di morire; ma per come stanno andando le cose e presumibilmente andranno ancora a lungo, dubito molto di riuscirci. Quindi W le foto, che almeno aiutano a mantenere vivi i ricordi.

Tra le foto del 1998 ce ne sono alcune scattate in un ambiente arabo beduino che mi hanno fatto pensare (tra l’altro, tra gli altri) al professor Chernov.

Se non sbaglio conobbi il professor Alexander Chernov a Erice alla scuola internazionale di Crescita dei Cristalli nell’autunno 1987. Russo, era un luminare mondiale della cristallografia; collega e quasi amico del professor Federico Bedarida mio mentore e maestro, era autorevole al punto da girare il mondo per convegni scientifici anche sotto il comunismo sovietico. Penso avesse una ventina d’anni più di me. Fisicamente me lo ricordo somigliante un po’ all’attuale zar. Ma più simpatico.

Venne una volta a Genova per tenere una conferenza, ospite di Bedarida, arrivò con la figlia Sasha. Mi ricordo che gli chiedemmo che tipo di albergo voleva e lui ci disse  “the cheaper the better” cioè “più è economico, meglio è”. Perché va bene che i sovietici lo lasciavano andare in giro per il mondo ma soldi evidentemente ne aveva pochi e quei pochi cercava di risparmiarli. Non osammo proporgli una qualche bettola del centro storico, che prima delle Colombiadi del ’92 era piuttosto ignobile, trovammo un albergo a una stella a Sturla, l’Hotel Tirreno, che ormai è un tre stelle ma allora era una stella, sicuramente cheap e poi Sturla è sul mare quindi era un contesto gradevole e grazioso. 

Lo rividi poi a quel congresso a Gerusalemme nel 1998. Il badge che portava al collo diceva “A.Chernov, United States” perché con la fine dell’Unione Sovietica gli americani si erano portati in America un po’ di belle teste russe (come fecero con Von Braun e altri scienziati tedeschi dopo la guerra, peraltro). Mi riconobbe, ci salutammo, mi chiese notizie di Bedarida.

Un giorno ci portarono in giro come turisti a Ein Gedi a fare il bagno nel Mar Morto e poi a vedere (e ascoltarne la storia) quella meraviglia della natura, dell’architettura e della tragedia umana che è Masada. Alla sera, da buoni turisti, cenammo in un accampamento beduino nel Deserto di Giuda, una cena con cibo arabo, tè, danze e tutto quanto.

E mi ricordo bene l’illustre scienziato internazionale che danzava con movenze da odalisca insieme a una sua collega di chissà quale parte del mondo, si muoveva sinuosamente e con languida voluttà. E insomma lì per lì mi fece sorridere il vedere questo ometto di cui sapevo il suo valore scientifico, vederlo così trasformato in un finto danzatore beduino, e adesso ci penso quasi con affetto, comunque con una simpatia mista a un po’ di nostalgia, in un certo senso.

Non so se sia ancora vivo. Ho cercato sue notizie, ho appreso che era stato presidente dell’International Organization for Crystal Growth dal 2007 al 2010; poi sarà andato in pensione immagino, magari ormai sarà morto; in America o sarà tornato in Russia?

Come diceva Guccini nella canzone “Il pensionato”? Diceva “e poco a poco andrà via dalla nostra mente piena: soltanto un’impressione che ricorderemo appena”. Amen

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