Mi raccomando: si dice “fràndura”, con l’accento sulla a, non “frandùra” come viene logico dire. Fràndura.
Che è ‘sta roba?
È che uno dice “la cucina italiana”; lA cucinA italianA????? Al singolare? Ma scherziamo? Esiste UNA cucina italiana? Sarebbe a dire che in tutta l’Italia si mangiano canederli, pici, coda alla vaccinara, ‘nduja, pane carasau, trofie al pesto, cassoeula, cous cous di pesce, bagna cauda, friarielli, sarde in saor… In tutta Italia????
Ok, allora diciamo che esistono tante cucine regionali…. Ma davvero? Quindi i liguri di Ventimiglia e Sanremo consumano abitualmente mescciüa e testaroli e i liguri di Sarzana e La Spezia pranzano con brandacujon e sardenaira??????
Va bene: cucina del territorio, diciamo Liguria di Levante e Liguria di Ponente. Figuriamoci…. Quanti sanremesi, imperiesi, dianesi, bordigotti (di Bordighera) conoscono la fràndura (e ne sanno pronunciare correttamente il nome), pur vivendo tutti nella stessa piccola provincia a cui appartiene il paese di Montalto Ligure, di cui la fràndura è il piatto tipico?
Pochi. L’ho verificato, lo abbiamo verificato, sabato 6 ottobre durante il sopralluogo coi volontari FAI per organizzare la Giornata FAI d’Autunno 2019: il bar del paese ci ha rifocillato con squisite torte verdi, sardenaira, focaccia secca e con questo tortino di patate al forno dallo strano nome che la maggior parte dei presenti, quasi tutti provenienti dalle città della costa, nemmeno immaginava che potesse esistere. E tenga conto l’Avveduto Lettore che il paese di Montalto dista soltanto 30 km da Imperia, 23 da Sanremo… due passi, veramente. Ma la fràndura è di Montalto, mica di Sanremo e di Imperia, quindi nelle città giù sul mare non è conosciuta.
D’altronde, anche io non nasco imparato: se conosco la fràndura è solo grazie al mio lavoro di autore di guide turistiche e cose simili, che mi ha portato – ringraziando Dio – a girare tutta la Liguria ripetutamente. Quindi ho avuto e ancora ogni tanto ho l’occasione per imparare e conoscere cose, luoghi, persone, cibi locali, molto locali, che i “liguri comuni” non conoscono. E figuriamoci gli altri italiani. Ne sanno di più i tedeschi che hanno preso casa a Montalto e che partecipano alla vita sociale della comunità del paese.
Peraltro, anche io…. lo stoccafisso “a baücôgna”: sarebbe lo stoccafisso al modo di Badalucco. Io so cos’è, ne ho anche scritto, ma non l’ho mai mangiato. Badalucco dista da Sanremo solo 19 km (per i genovesi, come da De Ferrari a Bargagli) ma chi lo prepara a Sanremo lo stoccafisso alla badalucchese? Penso nessuno. Perché non è un piatto sanremese.
Poi le comitive di turisti americanasiatici che s-ciabattano sul Ponte di Rialto e in piazza della Signoria mangiano gli “spaghetti bolognese” e pensano di aver conosciuto lA cucinA italianA. Mi rammarico per loro.