Nei miei vagabondaggi musicali su Youtube ogni tanto mi succede (l’ho già detto) di imbattermi con serendipity in interessanti scoperte.
1) C’è un bel pezzo swing di cui esistono un mucchio di versioni diverse eseguite da gruppi diversi, che ha un nome tedesco ma – tranne il ritornello – è cantato in inglese: “Bei mir bist du schön”(Per me tu sei bella/o). Assai piacevole la versione eseguita dalle Hot Sardines in una stazione della metropolitana di New York, ma la cosa più interessante è la bizzarra storia di questo pezzo, che si può trovare insieme al video della Isis Big Band: è un brano yiddish composto nel 1932 il cui titolo originario era “Bei mir bistu shein” (identico significato) con testo ovviamente in yiddish; attraverso vari ghirigori, eseguito da cantanti neri,tradotto in inglese e affidato a un coro di sorelle luterane, in pochissimi anni divenne un successo mondiale, fu eseguito come cover da moltissimi artisti e fu tradotto in francese, svedese, russo e tedesco. Ottenne grande successo in Germania finché qualcuno nel Partito Nazista si accorse che il compositore era ebreo e il titolo era in yiddish e non in un qualche dialetto della Germania meridionale come avevano creduto in un primo tempo…
2) Bizimkiler è un’orchestra dell’Azerbaigian che “dà un suono etnico azero ai grandi successi della musica mondiale”, dai Beatles ai Pink Floyd a eccetera; usano quasi soltanto strumenti musicali etnici azeri per eseguire soltanto musica internazionale. Finora ho ascoltato Hit the road, Jack di Ray Charles, Another Brick in the Wall dei Pink Floyd, With or Without You degli U2. Simpatica faccenda….
3) Da alcuni anni ricevo la newsletter del Centro culturale Primo Levi di Genova, che propone eventi culturali, olim dal vivo, ora online, in futuro vedremo… Tra le tante cose ci sono dei video musicali, ad es. “Sui fiumi di Babilonia: le musiche di ebrei orientali dall’Iraq all’Azerbaidjan”. Dove si apprendono cose come”Al momento della cacciata di migliaia di ebrei iracheni negli anni ’50,alcuni fra loro, musicisti, furono trattenuti perché trascrivessero prima dipartire melodie e parole senza le quali l’Iraq sarebbe rimasto orfano di pezzi importanti della sua cultura musicale popolare. Una cosa è certa: gli ebrei d’Oriente, i Mizrachim, hanno rappresentato una componente vitale delle società di quelle aree e questo è valso fortemente anche per la musica. Melodie ancora oggi celebri in quei paesi nascondono a volte compositori e interpreti ebrei,la cui memoria è stata spesso rimossa. Versioni musicali “arabe” di canti devozionali ebraici sono l’altra faccia di una medaglia che conferma ciò che in fondo sapevamo già: la musica viaggia”.
Già, la musica viaggia. Come viaggia tutta l’umanità e tutto ciò che è umano. Mi pare una bella cosa.