“… Poco dopo sono in spiaggia. È deserta e sa del profumo dei narcisi di mare che imbiancano la duna… silenzio, a parte la risacca del mare. Mi siedo, col mio taccuino, e comincio a scrivere. Scrivo, scrivo, in un getto inarrestabile. Una sorta di flusso di coscienza, spontaneo ma anche lucido, come se qualcosa di chimico accelerasse la mia mente. Un enhancement, un potenziamento, come dicono gli esperti di tecnologia. Però un potenziamento naturale, senza bisogno di farmaci. Il farmaco è la natura. Scrivo appunti di lavoro, programmi, cose da fare, sommari di articoli, versi poetici, materiale che solitamente comporrei in giorni interi… qui mi bastano poche decine di minuti. E quando rileggo, tutto è perfettamente logico.
Cosa ha aperto la mia mente? Cosa la apre ogni volta che mi trovo a scrivere all’aperto, ogni volta che respiro natura? Esattamente questo: la natura. Il potere della natura di avvolgermi, di liberare energie creative. Il suo potere di incantarmi. Il suo soft fascination….
…. La natura come luogo di ispirazione profonda, quasi di estasi… che diventa una potentissima spinta alla creatività. Il pensiero razionale si fa da parte ed entra in gioco quello artistico, proveniente dagli strati più intimi e meno controllati del nostro animo. È come se avessimo una foresta interiore e quando ci troviamo in natura, ad esempio in un bosco, le due foreste cominciano a dialogare direttamente, senza bisogno della nostra mediazione razionale… la nostra foresta interiore produce pensieri laterali, esprime sentimenti più intensi.
Chi ha sperimentato questa situazione sa bene di cosa si parla… le normali catene di controllo/comando si allentano e la nostra anima scorre più fluida, più libera. Guarda più lontano”.
Un breve estratto di un articolo di Danilo Selvaggi, direttore generale della LIPU, Lega Italiana Protezione Uccelli, pubblicato sulla newsletter Ali, inverno 2021.
Lui dice “Chi ha sperimentato questa situazione sa bene di cosa si parla”… immodestamente credo di essere tra quelli che lo sanno piuttosto bene. E ne sono felice. E ringrazio la mia “spiaggia”, la già ultracitata scogliera di Pontetto, e le mie “foreste”, il bosco di Ormea e il giardino a Sanremo.
Nel numero di Gardenia di dicembre 2021, il biologo Marco Nieri dice che “è un dato oggettivo che il passeggiare in un bosco, in un giardino o anche in un parco urbano ci faccia star meglio. Secondo i miei studi, ispirati a quelli del belga Walter Kunnen, ciò dipende dal fatto che gli alberi emettono onde elettromagnetiche che, benché deboli, arrivano ai nostri organi e ne danno beneficio. Misuriamo l’intensità di questo bioelettromagnetismo con l’antenna Lecher polarizzata. L’energia degli alberi ci aiuta a ridurre stress e pressione arteriosa e a regolare altri parametri biologici. Ma sorprendentemente il beneficio è reciproco: anche noi facciamo star meglio gli alberi. I loro valori energetici aumentano quando li tocchiamo. Sia chiaro, gli studi sul bioelettromagnetismo vegetale sono da approfondire, è una strada appena tracciata, ma merita di essere percorsa e condivisa”.
Gli alberi del giardino di Sanremo li posso toccare quasi ogni giorno; quelli del bosco di Ormea più raramente ma mi è sempre piaciuto toccarli, accarezzarli, e se ciò fa piacere non solo a me ma pure a loro sono ancora più contento.
Alberi, animali, umani, chiunque voi siate, BUON NATALE !!!