Come sapete mi piace scrivere; ogni tanto ci guadagno anche qualcosa, pensa che bello. Mi piace anche leggere, è un po’ un vizio di famiglia. Ci sono vizi peggiori.
Mi piace anche ascoltare musica. Spesso trovo interessante andare alla ricerca di cose ignote su quell’universo visivo-auditivo (e finora gratuito) che è YouTube. Video di musica dal vivo. Perché dal vivo è meglio, vedi le facce, senti le “vibrations” dei concerti, delle esibizioni nei teatri e nei locali, con la gente intorno al cantante, c’è l’aspetto teatrale oltre che quello puramente musicale. E tra musici e cantanti del vasto mondo c’è parecchia gente interessante; alcuni sono arcifamosi ma di altri nemmeno sospettavo l’esistenza prima di imbattermi in loro su YouTube. Che Dio benedica chi lo ha inventato.
Faccio qualche esempio, per dare un’idea. Iniziamo da casa:
Di Fabrizio De Andrè, c’è (ad es.) una bellissima Dolcenera di un concerto del 1998, con un magnifico assolo di fisarmonica dove si vede il fisarmonicista che suona ispirato con gli occhi chiusi, respirando la musica….
Travolgenti le due versioni (abbastanza simili) di Diavolo Rosso di Paolo Conte, una all’Arena di Verona e una nel tour del 2013. Dieci minuti di poesia e di grande jazz. Ottimi i fiati, ottima la fisarmonica, per tacer del piccolo chitarrista frenetico che alla fine del video dell’Arena ci si chiede come riesca a non morire di infarto dopo ogni concerto…
Angelo Branduardi: da non perdere Cogli la prima mela (live ’96) con il lungo incipit del chitarrista spagnoleggiante, un mostro di bravura con le dita; Il dono del cervo (Antwerpen ’99) con il minuto di assolo del flauto di Cristina Scrima. Ma anche Il sultano di Babilonia e la prostituta, in un concerto a Basilea, dice la sua.
Pino Daniele: alcune mirabilia con Eric Clapton che lo accompagna, come Napule è e Cocaine. Una gara a chi tra i due è più bravo con la chitarra elettrica.
E anche Zucchero che con Eric Clapton canta Hey Man alla Royal Albert Hall.
Di Davide Van de Sfroos amo La macchina del Ziu Toni sui prati di Monte Bondone, grande la fisarmonica (il fisarmonicista sembra Edoardo Bennato) per una canzone “esistenziale”, da ascoltare/leggere con attenzione. Delizioso anche il video di La curiera girato sulla corriera.
Giorgia: consiglio Vivi davvero di un Festivalbar antico e Tu mi porti su con Jovanotti a Campovolo, concerto per l’Emilia terremotata.
Stesso Campovolo per Fiorella Mannoia e Jovanotti: Clandestino, di Manu Chao. La canzone sarebbe triste ma suonata e cantata così diventa gioioso anche il Requiem aeternam.
Antonello Venditti e il sax di Gato Barbieri in Modena!! Meraviglia.
Elisa che canta Hallelujah di Leonard Cohen, 2017
Mina che nel 2001, a 61 anni di età, canta Oggi sono io di Alex Britti in studio stando seduta e tira fuori una voce che avercela io, tu, voi, tutti….. (Daniela D ricordi, sul telefono tornando dal fiume?).
L’ufficio in riva al mare di Bruno Lauzi è un gioiellino che qualsiasi essere umano che vive vicino al mare dovrebbe essere in grado di apprezzare. Mirabilmente cantata da Antonella Ruggiero: esiste un suo video live ma molto meglio è la versione in studio dal cd “Genova, la Superba”, che si trova pure su YouTube. Per me rappresenta soprattutto la scogliera di Pontetto, che molte volte mi è stata “ufficio” per lavorare, pensare, fare, scrivere… Più di un mio lavoro, universitario o editoriale, è stato concepito ed è iniziato a Pontetto. “Beh, l’arredamento non c’è, però c’è il mare da ascoltare e il tramonto da aspettare. Liberi, qui dentro noi viviamo liberi….”. Poesia, senza se e senza ma.
Giramundo di Roy Paci con Pau dei Negrita. Olivi e muri a secco e bambini. Paesaggio salentino.
A chi volesse una canzone d’amore propongo Duemila volte, recente produzione di Marco Mengoni.
Delizioso il reggae di Acca, vincitrice dello Zecchino d’Oro 2019, cantata da Rita Longordo, sanremese di otto anni di età. Nessuno è inutile e non si può fare a meno di chi sembra piccolo e insignificante come la lettera acca, perché “gli ultimi sono primi per virtù” e “siamo tutti necessari, tutti utili a vicenda”. Canzone allegra a tema sociale e morale. Papa Francesco docet.
E ora all’estero:
Led Zeppelin: assolutamente Stairway to Heaven dal film The song remains the same. Dieci minuti e 39 secondi di super rock. I tre minuti di assolo di Jimmy Page sono universalmente considerati un capolavoro. Condivido. Il medico “ti restano 5 minuti di vita” Il malato “voglio ascoltare Stairway to heaven dal vivo” Il medico “ma dura 10 minuti” Dio “va bene, dai”.
Allegro con Brio e Allegro Presto della V Sinfonia di Beethoven. Ne esistono varie versioni ma Ludovico è sempre Ludovico.
Overture della Gazza Ladra di Rossini. Propongo i Wiener Philharmoniker diretti da Gustavo Dudamel, con quella faccia da fratello tonto di John Travolta.
Phil Collins: suggerisco The carpet crawlers del concerto di Roma, ma anche In the air tonight nel First Farewell Tour.
Bob Dylan: il meglio per me è Like a rolling stone nella versione risvegliamorti che canta con la Band al concerto Before the flood. Peccato non esista un video live, ma anche il semplice ascolto vale molto la pena. Pregevole anche il video di My back pages eseguita da Bob con un mucchio di altra gente al 30th Anniversary Concert. Dylan merita di essere ascoltato e letto anche perché ha un vocabolario ricco, vario e non banale, che spazia da espressioni molto gergali e colloquiali a termini desueti o tecnici. Nobel per la letteratura mica per niente….
Joan Baez: Diamonds and rust da sola con la chitarra in piedi, roba del ’75. Malinconica riflessione sui grandi amori quando sono finiti (il suo era quello per Bob Dylan). “I ricordi portano diamanti e ruggine”.
Un elegantissimo Englishman in New York b/n di Sting (canzone che ha dietro una storia interessante da leggere su Wikipedia) con il breve assolo di sax.
Joss Stone è da ascoltare tutta, con quella voce che si ritrova. Ascoltare e guardare, ché si ritrova molto altro oltre alla voce… Un breve elenco di eccellenze dovrebbe comprendere, vediamo… Karma nello studio di registrazione o insieme a Here comes the rain again accompagnata da Dave Stewart in un programma tv tedesco; Nothin’ better to do con LeAnn Rimes, il ballereccio video ufficiale di The answer, il reggae di This ain’t love e di Molly Town in sala di registrazione… La sua sfolgorante bellezza è percepibile – beh, sempre, ma in misura a mio parere massima in Son of a preacher man nel Live At The Roundhouse 2016 (commento di un utente “corpo di una Dea, voce di un angelo); dallo stesso concerto suggerisco Ain’t no mountain high enough con Jocelyn Brown (commento di un estimatore “quella ragazza bianca ha tanto “soul” quanto una chiesa Battista del Sud piena di donne nere”). Ma Joss Stone è pregevole anche per il suo Total World Tour in cui si esibisce in ogni nazione del mondo insieme ad artisti locali e canta con loro nelle lingue locali. Un modo di “portare sentimenti di amore in forma di musica in ogni paese del mondo”.
Susanna Hoffs, la brunetta delle Bangles (quelle di Walk like an Egyptian) è la più bella sessantenne (mia coetanea) della musica mondiale. A prescindere da quello che canta e con chi. Bellezza “acqua e sapone”, che è la migliore. Sobrio abbigliamento blu o nero in stile signora di Carignano o Castelletto che va a messa da Don Marino (roba da genovesi…).
Mick Jagger coi Superheavy (c’è pure Joss Stone nel gruppo) in Miracle Worker, video del 2011. Solo lui può ballare e dimenarsi indossando un vestito di colore rosa a 68 anni di età senza sembrare un demente senile.
Amy Macdonald: possente This is the life (Luxembourg 2010) con l’orchestra Filarmonica della Radio Tedesca.
The Corrs sono tre sorelle irlandesi una più carina dell’altra: due bionde Sharon violino, Caroline batteria e percussioni, e la frontwoman brunetta Andrea voce e flauto (la preferita da chi gira i video). C’è anche un fratello Jim, che funge da quota azzurra. Musica irlandese ballereccia o melanconica, com’è giusto che sia.
Una piacevole inattesa scoperta è Miley Cyrus, graziosa ragazzotta bionda che a vederla sembra una sciacquetta americana qualsiasi invece ha una voce country profonda e calda, canta bene anche canzoni che hanno una storia ben più vecchia di lei, insomma è una dimostrazione che l’apparenza talvolta inganna. Per fortuna.
The Dead South sono quattro surreali canadesi delle praterie che fanno musica country: uno un po’ “abbronzato” che suona il violoncello a tracolla, due con barba baffi e cappelloni che cantano e suonano chitarra e mandolino, uno vestito da mennonita col banjo. Il video ufficiale di In hell I’ll be in good company è quello con cui li ho scoperti.
E per finire in bellezza, le numerose versioni di Galway girl cantata e suonata da diverse combriccole di irlandesi intorno a Sharon Shannon con il suo organetto.
Buon ascolto