Il concetto di nomadismo è diverso da quello più semplice di viaggiatore che a sua volta è più complesso di quello, pazzaglianamente terra-terra, di turista. Potrei dire che turista è banale, viaggiatore ha una sua dignità, nomade assume connotati quasi religiosi, l’uomo parte dell’immensità del creato, metaforicamente in cammino verso la vita eterna e amenità del genere. Purtroppo si è spesso turisti, raramente viaggiatori (personalmente mi sento un pò viaggiatore quando giro per motivi universitari, che sono occasioni in cui non vado in un posto solo per vedere chiese e palazzi ma per in certo qual modo lavorare, stare a contatto con gente del luogo, parlare della vita quotidiana della gente medesima, a volte anche mangiare cibi locali fatti in casa, cose così e tutto ciò mi piace assai), mai nomadi, che per esserlo veramente bisognerebbe viajar con su casa a cuesta come le lumache o i pastori Circassi del deserto di Gobi con le yurte e nella vecchia Europa neanche gli zingari che pur vengono detti Nomadi dagli operatori sociali alla moda per non sembrare offensivi, (come gli “operatori ecologici” e gli “informatori medico-scientifici”) in realtà si muovono molto. E va bè, oh, millenni di sedentarietà acquisita te li devi tenere. E prepariamoci ad un’estate (spero piacevole) da turisti.
Un’osservazione personale: ci sono due situazioni che quando sono in giro rallegrano particolarmente la mia parte di anima nomadeggiante, che mi fanno sentire veramente “fuori casa” nel senso bello; una è ovvia, l’altra forse meno, chissà: il dormire in un luogo diverso dal mio letto e il sedersi su un gabinetto ignoto. Quella del dormire forse dà la stessa impressione a tutti, quello del cesso non so, non ne ho mai parlato con nessuno; sta di fatto che le sensazioni più convinte di essere in viaggio nel senso bello del termine le provo quando mi siedo su una tazza mai vista prima. Si tratti di albergo, ristorante, campeggio, o anche, ottimo ma ahimè sempre più raro, un prato in un bosco. E penso: ecco, sono veramente a long way from home, e me ne compiaccio. Cos’è, la fase anale del mio sviluppo non è ancora terminata? È grave? Succede anche ad altri?
Per il prossimo messaggio cercherò un argomento più leggiadro.
(Scritto il 12 maggio 1995)