Nel gennaio2014 scrissi https://www.giannidallaglio.it/popoff/; cito brevemente: 

““Nella steppa sconfinata, a 40 sotto zero, se ne infischiano del gelo, i cosacchi dello zar….” Il cantante si chiamava Walter Brugiolo, avrà avuto 5 anni, era lo Zecchino d’Oro credo del 1967. Vinse con la canzone Popoff, che raccontava di un cosacco grasso e impacciato che affondava nella neve alta ma che poi si riscattò perché mentre i suoi aitanti compagni d’arme arrancavano a fatica, lui rotolando sopra la neve con la sua pancia tonda arrivò al fiume Don per primo…
Quando il nostro quarto gatto Oscarino morì per incidente stradale… pochissimi giorni dopo davanti all’uscio di casa comparve un nuovo gatto: maschio, adulto ma non vecchio, corpo nero con ghette e parte inferiore del muso bianchi, occhi brillanti sotto una mascherina nera tipo Zorro, molto domestico, desideroso di carezze e facile a prendere in braccio, molto desideroso di entrare in casa… Donatella l’ha chiamato Popoff per via di quel suo aspetto un po’ tondo, pacioso…”

Nel settembre 2017 poi scrissi https://www.giannidallaglio.it/il-conte-popoff-e-il-compagno-fred/:
 
“Totò ci ha insegnato che signori si nasce, e Popoff lo nacque. Ha un portamento elegante, si muove con lenta flemma, ascolta molto e parla poco, miagola raramente e a voce bassa… Poi è decisamente un gatto di mondo… tratta con dimestichezza e familiarità il gotha degli abitanti del circondario e tutti lo conoscono e lo salutano. Va spesso a casa del senatore Boscetto su invito della di lui consorte che lo accompagna su al terzo piano in ascensore, cena volentieri col giovane avvocato Matteo A. e sua moglie Francesca che abitano sotto di me e sovente aggiungono una terza sedia a tavola espressamente per lui. Li ho visti diverse volte quest’estate cenare all’aperto tutti e tre insieme. Non gli mettono il bicchiere del vino perché Popoff è astemio. Nessuno è perfetto…”. 

Alla fine del 2018 a Villa Mergellina sono arrivati il randagio Ebano (un po’aggressivo nei primi tempi) e il cucciolo Rocco, che Loredana ha salvato da una vita infelice e malaticcia; allora Popoff decise che sei gatti erano troppi e si trasferì definitivamente a casa Boscetto nominando la signora Rosalba come sua mamma a tempo pieno. Un appartamento con due umani dove non doveva condividere spazi, attenzioni e ciotole con altri felini casinisti e affamati. E pazienza se trovandosi al terzo piano era più limitato negli spostamenti in giro per il quartiere. Ma aveva imparato a scendere e salire le scale e farsi aprire il portone da chi entrava e usciva dal palazzo. E spesso lo accompagnava giù Rosalba di persona.  

Ho ammirato molto Popoff per questa sua intraprendenza e capacità di decidere che era ora di dare una svolta alla sua vita, questo suo spirito di indipendenza costruttiva che lo ha portato ad affrontare un problema e risolverlo senza troppe indecisioni.  

Me lo sarei tenuto anche volentieri ma il saperlo in una nuova famiglia che gli voleva bene mi rendeva contento, perché già cinque gatti da gestire sono tanti, specie se la gestione è come piace a me “ad personam”: non sono un gruppo indistinto di animali da nutrire e poi si facciano i fatti loro; sono cinque esseri viventi con personalità precise e differenziate, e a ognuno di essi dedico le attenzioni che richiedono e sono cinque tipi di attenzioni diverse e ben definite. Perché siamo una famiglia multietnica di pari tra pari, io non sono il padrone di esseri inferiori di cui posso disporre come mi pare. 

In questi anni Popoff si è trovato benissimo nella nuova famiglia con Rosalba e Gabriele, e quando il senatore Gabriele è scomparso lui è rimasto a tenere compagnia e consolare mamma Rosalba vedova. Ogni tanto ci incontravamo per strada mentre faceva un giretto sotto l’occhio vigile della mamma, e anche i suoi fratelli di un tempo, soprattutto Polvere e Macchia, venivano a salutarlo. 

Da stamattina Popoff non c’è più. Negli ultimi mesi era deperito, si era fatto ansimante, debole, per un tumore che gli comprimeva il diaframma e il cuore. Stamattina Mamma Rosalba mi ha chiamato (in lacrime) per dirmi che lo aveva portato dal veterinario per l’improcrastinabile eutanasia. Forte della mia esperienza di quattro eutanasie animali a cui ho partecipato (la cagnetta Leslie dei tempi della gioventù a Genova, poi i gatti Bimbo, Musetto e Codamozza a Sanremo) ho cercato di renderle a parole il più accettabile possibile l’evento, lei che si è trovata in non giovane età alla sua prima esperienza di morte di un animale di casa.  

Lei era disperata ma io non ero mica sereno nel pensare “addio” al nostro Popoff elegante e discreto. Difficile dire l’età, penso fosse sui tredici o quattordici, di cui dieci passati nel pezzetto di mondo compreso tra casa e giardino Marsaglia e casa Boscetto. Un altro “gattàngelo” che si unisce al folto gruppo dei fu-gatti che hanno popolato quel concentrato di vita animale e vegetale che è il giardino di Villa Mergellina coi suoi immediati dintorni (e chissà che ancora non lo stiano popolando come spiriti protettori).  

Mamma Rosalba adesso è da sola ma potrebbe non rimanerlo a lungo… in zona bazzica da un paio d’anni un teppistello selvatico, timoroso e aggressivo insieme, Focaccina; un soriano chiaro che i miei gatti detestano e temono ma che da qualche settimana dà evidenti segni di cercare una famiglia che se ne prenda cura (quelli che lo accudivano un poco sembra che ormai se ne disinteressino). Ha adocchiato Rosalba e sta lavorando per farci amicizia; lei è ben disposta. Ci riuscirà. So per esperienza di vita che quando un gatto vuole fortemente una cosa, prima o poi la ottiene. 

I gatti come Focaccina ed Ebano, o come Codamozza, Oscar e Fred prima di loro e come lo stesso Popoff, vagabondi che decidono di trovare casa, cucina, letto e famiglia, mi fanno sempre pensare ai migranti con la loro volontà disperata e tenace di spostarsi fino a quando troveranno il luogo giusto per costruirsi una vita degna di essere vissuta. Che Dio, che domattina verrà trovato risorto dalle donne accorse al suo sepolcro, li aiuti sempre. Gatti e migranti. Amen. 

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