Alcuni fra Voi Lettori già lo sanno perché erano presenti alla cerimonia, sabato scorso nella chiesa di San Barnaba alta sopra il centro di Genova. Gli altri potrebbero dire “echissenefrega?”. O più educatamente potrebbero fare gli auguri agli sposi e finirla lì.
Mi verrebbe da rispondere che un matrimonio è cosa rara in questi tempi, per cui la sola notizia che due persone si sposino, e lo facciano alla loro bella età (qualcosuccia sopra i 50) e con rito religioso, già mi pare cagione di letizia. Poi è stata una bella cerimonia, a tratti commovente e non solo per la Sposa, che da lei ce lo aspettavamo tutti…
Ma in realtà oggi scrivo delle nozze di Patrizia e Antonio perché durante la messa mi è capitato di pensare qualche bizzarro pensiero…
Va fatta una premessa importante: Antonio non crede e non ama per niente la chiesa cattolica e i suoi ministri. Non vorrei aver semplificato troppo, ma ciò è quanto ho capito durante le (poche, in verità) conversazioni fatte con lui e con Patrizia sull’argomento. Però, siccome non è un cretino (e se lo fosse Patrizia non se lo sarebbe pigliato, meglio restar zitella che avere un marito scemo, giusto?) ha accettato il rito nuziale religioso perché Patrizia lo desiderava fortemente. Ma se fosse stato un bischero avrebbe potuto limitarsi a fare ciò che credo facciano tanti non credenti menefreghisti, cioè stare al gioco, recitare le formulette richieste con tranquilla ipocrisia fingendo di credere a ciò che stava dicendo, e salvare la faccia, per così dire.
Invece, per quel che ho capito, lui non ha mai nascosto i suoi pensieri non-religiosi né a Patrizia né agli amici né al corso prematrimoniale né al prete che officiava né, a suo modo, ai presenti alla cerimonia (almeno io ho inteso così quel suo modo “frettoloso” di leggere le parole che il rito gli imponeva di pronunciare a voce alta, e quel canto finale fatto dal coro: Imagine di John Lennon; avete mai sentito cantare in chiesa “Imagine there’s no heaven…. and no religion too”???).
Non so se mi sono spiegato e non so nemmeno se in realtà ho capito bene tutto, comunque in questo contesto fortemente religioso il non credente Antonio mi è sembrato aver tenuto un comportamento intelligentemente, responsabilmente, collaborativamente sincero. Degno di laude, quindi.
Ciò posto, ecco i miei pensieri bizzarri:
qualche “messaggio” fa ebbi a scrivere che secondo me le vie del Signore sono infinite e qualunque via una persona intraprenda, se costui la percorre con animo sincero e scevro da pregiudizi, al termine del percorso trova davvero Dio. E facevo alcuni esempi, come il pastore evangelico Calogero S. e l’ambasciatore dell’islam Alfredo M, entrambi arrivati a “perfezionare la loro fede” (mi piace questa espressione di Alfredo) lungo percorsi che all’inizio del loro cammino forse nemmeno immaginavano.
Ecco, pensavo, e se Antonio avesse iniziato a percorrere la sua personale “via del Signore”? Anzi, se l’aver conosciuto Patrizia fosse stato l’inizio di questa sua via, e il matrimonio religioso un ulteriore tappa di questo percorso? Lui può dire che queste sono sciocchezze e magari ha ragione, ma a me piace pensare che le cose importanti della vita di ciascuno non capitino per caso, e tanto più non capita per caso un matrimonio, quindi perché no? Senza fretta, senza “voler arrivare” da nessuna parte, senza poter né voler sapere in anticipo quanto lunga e quanto tortuosa questa via di Antonio sarà, ma chissà…
A lui va dato atto che non si è tirato indietro. E comunque, che sia entrato nella chiesa di San Barnaba a dire “prendo te in sposa nel nome del Padre…” soltanto per amore di Patrizia o che invece “a monte” di questo suo sentimento e della stessa persona di Patrizia ci sia un cosiddetto Disegno della Provvidenza, questo non lo può sapere lui né lo sanno Patrizia, io e nessun altro. Ma non si può mica sapere tutto. E comunque resta una faccenda personale tra Antonio e Dio.
Dissi, e penso, che le vie del Signore sono infinite; penso e dico anche che fra le infinite vie quelle che mi paiono preferibili da percorrere sono quelle che passano attraverso Cristo. Ma Antonio e molti altri possono pure dissentire, non c’è problema, Deus sive Amor sa come guidarci sulle nostre strade talvolta sconnesse e piene di buche e pozzanghere.
(Scritto il 4 giugno 2013)