Per l’ultimo messaggio dell’anno non mi sforzo e propongo cose che non sono “farina del mio sacco”, come ci diceva il maestro alle elementari, tanto tempo fa…
1) Se noi continuiamo a pensare che l’Italia abbia il suo patrimonio e non sia il suo patrimonio, la considerazione che abbiamo di quest’ultimo è e sarà sempre non adeguata. L’Italia non ha le sue chiese e le sue abbazie, l’Italia è le sue chiese e le sue abbazie. L’Italia è nei suoi palazzi e nei suoi monumenti, come nella sua scultura, nella sua pittura, nei suoi paesaggi. l’Italia dei laghi, dei ruscelli, dei fiumi. L’Italia dei villaggi abbarbicati alle pendici scoscese dei boschi dove ancora cantano gli usignoli… Se queste realtà non ci fossero, l’Italia non ci sarebbe più. Il suo patrimonio non è il suo passato. Il suo patrimonio è il suo presente e rappresenta una certezza per il suo futuro. Perché l’Italia si identifica nel suo patrimonio – Giulia Maria Crespi, tramite Gianni Letta nel Notiziario del FAI n°157
2) La gestione dei luoghi, del paesaggio e del patrimonio è un’attività complicata e complessa, che non può tradursi in meri meccanismi di tutela e protezione. Nonostante queste attività siano fondamentali, sono le persone e i loro progetti il vero fattore chiave per la rigenerazione sociale e territoriale. Coinvolgere la cittadinanza, quella residente e quella dei visitatori, diventa un elemento imprescindibile dell’innovazione territoriale – Paolo Grigolli in #Territori, Touring Club Italiano, 2020
3) Genuam esse caput Liguriae, et esse Civitatem insignem in Italia et licet eius mare et territorium sint sterilia; tamen aliundererum omnium, quae victui necessariae sunt, magnam habent copiam; quia est pecuniosa, et pecuniae omnia obediunt, ut dixi – Sigismondo Scaccia, Tractatus de commerciis et cambio, 1619
4) Dall’intelligenza distribuita nel corpo (come nel caso degli apici radicali), alla comunicazione che avviene nel silenzio del sottosuolo, fino alle ingegnose strategie di movimento che non hanno bisogno dei muscoli per realizzarsi, l’eleganza e la maestosa inventiva [del mondo vegetale,] della Natura e delle sue leggi ci hanno ispirati e commossi, rafforzando in noi la convinzione che il rispetto e lo studio del mondo naturale siano non solo un dovere ma una necessità imprescindibile per il progresso e la sopravvivenza del genere umano – Barbara Mazzolai in La natura geniale (libro già menzionato in un recente messaggio)
5) Concediamoci di essere visionari come Darwin, Leonardo, Galileo. Poniamoci obiettivi che ci costringano a proiettarci oltre gli steccati, gli schemi e gli orizzonti che vorrebbero imprigionare il nostro sguardo: la storia ci insegna che ciò che oggi appare un sogno domani verrà discusso come una soluzione reale e realizzabile – ancora Barbara Mazzolai, op.cit.
6) Ricordatevi che la bellezza esteriore è solo il sistema che l’evoluzione ha trovato per assicurarci che l’altra persona non ha troppi parassiti intestinali – Ben Bernanke, ex presidente della Federal Reserve degli Stati Uniti
7) Il sole mi è entrato nelle vene e ha trasformato tutto in oro – Elizabeth von Arnim, tramite Elena Maierotti (Museo dell’Occhiale, Pieve di Cadore)
8) Ma Ea disse le parole decisive: “Che gli uomini portino il peso degli dei!”. Parole semplici, di cui tuttora viviamo. Dicono l’essenziale: il peso, gli dei. Tutto il resto è un’aggiunta – Utnapishtim, tramite Roberto Calasso
9) È piacevole passeggiare sopra i letti di queste foglie fresche, croccanti, e fruscianti. Come vanno splendidamente alle loro tombe! Con quanta delicatezza si sdraiano e diventano terriccio! Dipinte di mille colori, e adatte a diventare i letti di noi che viviamo. Così marciano alla loro ultima dimora, leggere e vivaci. Esse ci insegnano come morire. Ci si chiede se potrà mai venire un tempo in cui gli uomini, con la loro vantata fede nell’immortalità, giaceranno con altrettanta grazia e maturità – H. D. Thoreau, tramite Alessandra Corrà nella newsletter Piemonte Parchi, 25 novembre 2020
10) La fede cristiana avrebbe molto da dire sui temi che preoccupano molti: l’amore, il male, la sofferenza… ma è meno loquace quando in essa si cerca una lista di obblighi e di divieti. Avrei voglia di urlare, con Claudel: “Per fortuna che c’è Gesù Cristo che ci ha liberati dalla morale!” – Enzo Bianchi
11) Si firma come Lella Ginocchio. Di nome sarebbe Aurelia, poi il cognome da sposata. Genovese, già negli scout, Amica di Silvana (definizione che per ora suona oscura alla maggior parte di Voi Lettori, pazienza). Collabora al sito VinoNuovo, un’associazione di promozione culturale cattolica di orientamento bergogliano (cosa da non dare per scontata nel cattolicesimo attuale). Volevo copiare-e-incollare il testo del suo ultimo pezzo ma non ci sono riuscito, quindi metto il link per chi volesse leggerlo: un argomento storico di assoluta attualità. Buona lettura: https://www.vinonuovo.it/attualita/societa/scritto-sulla-pelle/