“Vedo Dio mentre pittura, che sorride perché sa che se fa una sbavatura, poi non la cancellerà”.
Parole della canzone “Polvere” presentata all’ultimo Festival di Sanremo dal cantante genovese ventiduenne Olly. Mi piace questa immagine di Dio che sorride quando fa un errore e decide di non cancellarlo. Io me lo immagino proprio così, Dio, che ama anche le sue “sbavature”, e se le tiene sorridendo.
“In Occidente il Credente è colui che crede in qualcosa senza poterne fare o provare l’Esperienza. Parlare di Fede nell’Ebraismo è sbagliato, si evoca sempre e solo la Conoscenza e profezia; una volta ottenuta questa conoscenza, con lo studio e con la pratica, non vi è più nulla in cui credere”.
Purtroppo ho cancellato la fonte da cui ho letto ‘sta cosa e non me la ricordo più. Però mi piace anche se è anonima. Personalmente apprezzo più la Conoscenza della Fede.
Dice il rabbino Jonathan Sacks: la scienza è la ricerca di una spiegazione e la religione è la ricerca di un senso. Piuttosto ovvio, non lo dice solo lui, lo dicono in tanti.
“Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano” (Lc, 6,27-35).
Sono parole come queste che mi portano a credere in Gesù detto il Cristo. Perché non sono pensieri e parole umane, ci vuole la mente di Dio dietro questi pensieri, secondo me. Tutto il resto, la vita eterna, la Trinità, anche la resurrezione, mi sembra tutto secondario. L’amore assurdo e illogico, questo è il nocciolo della faccenda, secondo me.
“Per me, io sono colei che mi si crede”. Così dice la signora Ponza, seconda moglie del signor Ponza oppure figlia della signora Frola, al termine dello spettacolo teatrale “Così è se vi pare”, di Luigi Pirandello.
Un genio, Pirandello (ben si sa), e una meraviglia quella commedia-tragedia, che ho avuto il piacere di vedere al teatro del Casinò di Sanremo poche sere fa, grazie all’amica Maurizia L. che me l’ha proposto. Era la seconda volta che la vedevo, la prima essendo moltissimi anni fa a Genova, e mi ricordavo benissimo come va a finire. O a non finire, piuttosto.
Conoscendo già lo svolgimento della vicenda, ascoltando gli attori mi permettevo di vagare col pensiero e vagando pensavo che gli anni in cui Pirandello scrisse le sue novelle e spettacoli teatrali incentrati su temi come questo, sul fatto che la verità intesa come verità unica non esiste, erano gli stessi anni in cui prendeva forma la fisica quantistica, che ha portato a comprendere come a fondamento della Natura e dell’Universo ci sia proprio la non-unicità della verità. Evidentemente l’idea era nell’aria…
Pensavo che la signora Ponza, (seconda moglie del signor Ponza o prima moglie di Ponza e figlia della signora Frola) vive in una sovrapposizione di stati, come il celebre gatto di Schroedinger dentro la scatola.
Pensavo anche (c’entra la Settimana Santa) alla domanda che Pilato rivolge a Gesù “cos’è la verità?” (Gv 18:38) senza attendere che Gesù gli risponda. In Jesus Christ Superstar, nella canzone “Trial before Pilate” il monologo è esteso un pochino perché Pilato chiede “Ma cos’è la verità? La verità è legge immutabile? Entrambi abbiamo verità. Le mie sono le stesse delle tue?” Anche qui, ovviamente, Gesù non risponde. Pirandello risponde e dice che ognuno ha le proprie verità e nessuna è più vera delle altre.
Pensavo anche (poi basta, lo giuro) a Esodo 3:14, quando Mosè chiede a Dio (che si manifesta nel roveto che arde senza bruciare) come si chiama e Dio risponde “ehyeh asher ehyeh”, tradotto con “sono Colui che sono”, e poi invita Mosè ad andare dal suo popolo e dirgli “IO SONO mi ha mandato a voi”.
Dio è IO SONO, indubbiamente, ma lo è per se stesso. Per noi mortali, almeno per quelli tra di noi che si affannano e si divertono (per me molto divertimento e niente affanno) a pensare a Lui mi pare che Dio sia più simile alla signora Ponza: Dio per gli umani è “Colui che lo si crede”, come lo si crede, se lo si crede. Penso che non si lamenti di ciò; se esiste e ci ha creati, ci ha creati così, confusi, e allora ci deve accettare come siamo, no?
W Pirandello, e buona Pasqua.