1) Le Olimpiadi di Baku
Il presidente Monti mi piace vieppiù. Vieppiù mi piace da quando ha osato dire chiaramente a questo pseudopopolo di “sportivi” che siamo noi italiani (me escluso, e pochi altri) che dovendo già ridurre il panem, sarebbe idiota sprecare soldi per i circenses. Ovvero per la candidatura di Roma alle olimpiadi 2020. Che sarebbe stata un’ottima occasione per far girare soldi pubblici verso le tasche di palazzinari e politici tangentari loro amici. Questo Monti non l’ha detto ma forse l’ha pensato, o quantomeno lo penso io. Ieri sera mi sono trovato d’accordo con Bossi e Di Pietro – cosa che accade assai raramente ma va bene così. Stamattina ho letto che su Twitter abbondano i commenti che plaudono alla scelta di Monti; mi fa piacere. W le Olimpiadi di Baku (o di Doha, o di Ouagadougou o di chissenefrega) 2020 e che se li spendano loro i soldi per organizzarle.
2) La Giornata di Primavera del FAI
Sarà come sempre a fine marzo, domenica 25, e in ogni provincia saranno aperti e visitabili luoghi poco conosciuti o normalmente chiuso al pubblico. In provincia di Imperia, cui afferisco come socio FAI insieme a Donatella, si va nell’entroterra, in valle Arroscia, fra le chiese e i vigneti di Ranzo e di Gavènola, a vedere e a sentir parlare di pittori del Quattrocento (i Guido da Ranzo erano delle autorità in materia, al loro tempi), di tradizioni religiose popolari e “abitini” settecenteschi e di varie altre cose. Questo nel Ponente ligure, altrove ci sarà dell’altro altrettanto meritevole. Tenete presente, orsù! E ringraziamo il FAI per quello che fa per l’Italia.
3) Andar per libri
Ci sono per me due modi di scegliere quali libri acquistare: 1) andare a cercare proprio quel libro lì, di cui ho letto buone e interessanti recensioni o qualcuno di provata fiducia me ne ha parlato; 2) bighellonare oziosamente dentro una libreria in attesa che qualche libro attragga la mia attenzione in qualche modo, per il titolo, per la presentazione nella quarta di copertina, per qualche accidente a sua scelta. E poi acquistarlo confidando nell’intuito, nel fatto che il libro mi abbia chiamato a sè, abbia voluto farsi notare proprio da me.
Il metodo 2) è quello che uso più frequentemente e di solito ne rimango soddisfatto. Uno degli ultimi acquisti fatti con questo criterio è un libriccino di modeste dimensioni scritto nel 1916 da George Bernard Shaw, il cui titolo italiano è “Sia fatta la Sua volontà”. Lunghe, interessanti, considerazioni di un non credente intelligente e arguto sul messaggio cristiano (il messaggio che si legge nei Vangeli, che non è necessariamente quello/quelli diffusi durante i secoli dalle diverse chiese cristiane); considerazioni che portano Shaw ad affermare che “non vedo via d’uscita dalla miseria del mondo se non Gesù come uomo politico”.
Lo sto leggendo mescolandolo ad altre letture more solito, quindi penso che mi verrà voglia di riparlarne quando l’avrò finito. Penso di poter dire però che l’idea di Shaw di Gesù come uomo politico non ha nulla a che fare con concetti quali la Democrazia Cristiana o le gesta di quei partiti italiani contemporanei che amano mostrare ossequio verso le gerarchie ecclesiastiche italiane e vaticane.
Leggerò, e spero che capirò…
4) Altri storni frattali
Dopo aver parlato di storni, l’amica Viviana G, eccelsa conduttrice di biodanza, mi ha mandato il link a un affascinante filmato di YouTube www.youtube.com/watch?v=eakKfY5aHmY&feature=related. Guardatelo, merita davvero, anche senza la colonna sonora di sottofondo.. Mi chiedo cosa stessero pensando e sentendo (feeling, not hearing) quegli uccelli mentre facevano quelle cose. Secondo me si divertivano come matti. Un gigantesco gioco di squadra, un modo meraviglioso di godersi la vita.
5) Cotidie morimur
Non è che fossi poi così intimo di Sanrico B, che sino a domenica scorsa ha svolto egregiamente il ruolo di padre di uno dei miei amici più storici, Federico B. Non ne ero intimo ma lo conoscevo da decenni, e soprattutto di lui ricordo con piacere ciò che su uno dei necrologi di lunedì è stata definita la sua “intelligente ironia”.
Non ne ero intimo ma la sua scomparsa (84 anni, problemi di salute) mi è dispiaciuta particolarmente anche perché Federico era rimasto l’unico fra gli amici “storici” ad avere ancora vivi entrambi i genitori. Eccettuati un paio di amiche che pur essendo più o meno mie coetanee hanno genitori di una decina d’anni più giovani di quanto sono normalmente i genitori di gente di 53 anni qual siamo io e Federico eccetera e quindi sono “fuori quota”.
Una delle cose più piacevoli dei funerali (e non è umorismo lugubre, è la vita che riesce a rendere piacevoli anche i funerali, a modo loro) è che lì hai la possibilità di salutare persone che magari non incontri da anni, ed è bello ritrovarsi, riconoscersi nonostante i capelli ingrigiti degli uomini e le rughe celate delle donne, giocare a ricordare fatti e situazioni dei tempi lontani e cose così. Come è successo ieri mattina durante le chiacchiere post-funerale fuori della chiesa delle Vigne, fra i palazzi dipinti del profondo centro storico di Genova, con alcuni dei millanta cugini di Federico che erano davvero decenni che non vedevo (a parte Elena S che a volte compare in tv nei servizi dalla Lombardia dei tg Rai, ma non è un vederla a tu per tu).
Non mi sono per nulla stupito che uno degli argomenti di conversazione sia stato che “una volta ci si incontrava ai reciproci matrimoni o ai battesimi dei figli, ormai ci si vede ai funerali dei genitori”. Quando si naviga intorno ai 50 anni, poco più poco meno, è normale che i propri genitori abbiano età “a rischio” e prima uno poi un’altra se ne vadano. Di fatto la morte è una delle più geniali invenzioni della natura, il sistema più efficace (in effetti l’unico) per evitare il collasso della Terra sotto il peso materiale ed energetico della sovrappopolazione, quindi ben venga Sora nostra morte corporale, per quanto dolorosa essa sia per chi rimane (per chi muore non so, ne parleremo a suo tempo). Però mi faceva piacere pensare che fra i genitori ultraottantenni degli amici miei coetanei ci fosse ancora almeno una coppia “intera”. Bah, doveva finire, prima o poi… Un saluto molto affettuoso alla signora Luisa vedova da tre giorni benché coi suoi 88 anni fosse di quattro anni più vecchia di Sanrico. Ma i dati parlano chiaro, il mondo è pieno di vedove e scarso di vedovi. Anche nei paesi più poveri e scalcagnati del mondo la speranza di vita delle donne è superiore di qualche anno alla speranza di vita degli uomini. Una donna, nel momento in cui si sposa, decide implicitamente di trascorrere una parte della sua vita nel ruolo di vedova, e sono poche quelle che la fanno franca. C’est la vie…
6) Miagolii davanti al camino
Poveri d’animo e di spirito sono coloro che non sanno comunicare con gli esseri viventi non-umani; coloro che ritengono che si possa conversare e scambiarsi opinioni o pensieri soltanto con i membri della specie Homo sapiens. Ma sono certo che chiunque condivida la propria dimora con qualche animale sa bene che “parlare” con costoro non è né difficile nè inutile. Lunedì scorso (l’altroieri) verso le 14, benché il clima a Sanremo si fosse già inclementito rispetto ai giorni precedenti la casa non era poi caldissima, per usare un generoso eufemismo. E a Sparisci, la gatta di casa, è venuta voglia di andare a crogiolarsi davanti al camino, come fa spesso e volentieri sistemandosi bene accucciata in fondo alla chaise-longue a meno di un metro di distanza dal fuoco caldo e luminoso che profuma di legna. Solo che il camino a quell’ora non era ancora acceso né pensavo di accenderlo, dovendo andare a prendere il treno per Genova dopo meno di un’ora ed essendo Donatella al lavoro a Imperia sino alle 18. Beh, ‘sta gatta è venuta a cercarmi e a chiamarmi e a furia di miagolii e di andirivieni dal salotto a me, da me al salotto mi ha fatto capire cosa voleva: insomma per la verità non è stato poi un lungo andirivieni perché le sue intenzioni erano chiarissime e c’ho messo poco a capire i suoi desiderata: voleva che accendessi il camino. Appena mi sono chinato di fronte ad esso freddo e spento con carta, fiammiferi e legna in mano lei mi è venuta addosso facendo le fusa e appena le fiamme sono partite si è sistemata là dove si mette solitamente, visibilmente soddisfatta di fronte al fuoco. Quando alle 3 sono uscito l’ho lasciata lì ben seduta davanti alla legna che ardeva sommessamente, brace incandescente e poca fiamma, e forse Donatella arrivando alle 6 l’ha trovata ancora lì.
7) Mala tempora currunt
“Voi pensate: i tempi sono cattivi, i tempi sono pesanti, i tempi sono difficili. Vivete bene e cambierete i tempi” Sant’Ambrogio.
Citato dalla Capo Delegazione FAI di Imperia, Roberta Cento Croce, domenica scorsa durante la presentazione ai soci della Giornata di Primavera 2012.