Oggi parliamo di nuovo dei gatti, dei nostri gatti, dei gatti di Sanremo, e la protagonista di queste riflessioni feline è Sparisci, la “cucciola” della famiglia, che cucciola più non è visto che va verso i due anni ed è di sana e soprattutto ROBUSTA costituzione, ma poco importa. Appena è stato possibile, diciamo circa un anno fa, l’abbiamo fatta sterilizzare e il veterinario – animo sensibile agli aspetti psicologici della vita – a operazione conclusa mi disse più o meno che aveva fatto un intervento non troppo invasivo, per cui ora la gatta non avrebbe più potuto restare incinta ma non le era preclusa totalmente la possibilità di avere una vita sessuale sana e pressoché normale. Infatti…un paio di volte all’anno Sparisci va in calore. L’ultima è stata in autunno, mi pare in novembre; una settimana di ferormoni assatanati che il vento ha sparso per mezza Sanremo, e che hanno fatto andar fuori di testa non solo il “probabilepadre-amante-convivente-amico-compagnodiciotola e di cuccia” Codamozza, il gattone di casa vero macho, ma ha attirato l’attenzione anche di un fin’allora sconosciuto gatto bianco e beige dagli occhi sottili, di bel pelo e grossa stazza, che io fra me e me chiamavo Cofferati per via del taglio degli occhi vagamente alla cinese, ma Donatella ha battezzato Oscar.
Dopo qualche zuffa fra i due maschi per stabilire le gerarchie, il giardino è stato teatro per 7 giorni 7 (ma forse sono stati 10 giorni 10) delle prodezze amatorie dei tre animali, che si sono voyeuristicamente abbandonati a gesta erotiche “a tre” che avrebbero fatto arrossire Ovidio mentre scriveva l’Ars amandi. E mentre il sesso impazzava ebbi modo di constatare che nonostante e al di là delle apparenze, secondo le quali la piccola gatta era sopraffatta dai due maschi grossi e violenti che usavano e abusavano di lei, in realtà era lei a condurre il gioco e quei due belinuin (plurale di belinun, al volgo “pirla, bischeri, ciule, minchioni…) obbedivano come due servitori a tutte le di lei fisime: Sparisci andava là? E loro la seguivano là. Lei saltava su? E loro si fermavano sotto ad ammirarla ad occhi spalancati. Lei correva in casa? E loro correvano verso casa – salvo trovarsi la porta chiusa in faccia, che non c’è nulla che puzzi di più dentro una casa di un gatto maschio arrapato e l’odore non te lo togli per giorni quindi.. fuori!). Lei faceva la svenevole in giardino rotolandosi languida a pancia all’aria come se dicesse “guardatemi quanto son bella”? e loro lì ad ammirarla sbavando basiti…
Poi, come tutto nell’universo, anche il calore di Sparisci è terminato ed è tornata la calma nel giardino di Villa Mergellina. Unica conseguenza è che Oscar si è trovato bene e ora ogni tanto si ferma a pernottare sotto il gazebo in fondo al giardino, al riparo dall’eventuale pioggia, e noi ci si premura di lasciarli un ciotolino notturno affinché possa rifocillarsi un po’.
Fin qui la storia. Ora la filosofia: Sparisci, come ebbi già modo di dire in qualche messaggio precedente, è bella. Anche Musetto e Codamozza lo sono, ma lei è bella e giovane. Ok, forse è un criterio estetico troppo umano e poco felino, ma voglio dire che a me non è parso poi strano che quei due baldi maschioni avessero perso la testa – e diciamo la testa… – per lei. Sparisci è giovane, bella, sana, vivace, affettuosa, allegra, fortunata… Mi fa pensare a certe “fanciulle in fiore”, a certe ragazzine che si trovano a vivere nello splendore della loro adolescenza, della loro gioventù – “stagion lieta è cotesta”, giusto? – con tutta una vita da conoscere e da assaporare davanti a loro e hanno la fortuna di essere perennemente e felicemente corteggiate dai ragazzi. Di quelle fanciulle come canta Luciano Ligabue “sei bella che si balla solo come vuoi tu”. Tutti ne conosciamo, ne abbiamo conosciute, di ragazze così, e molte fra Voi Lettrici lo siete state in prima persona. Me lo ricordo bene!…
Qualcuno troverà bizzarro e magari anche offensivo questa mia associazione felina-umana, ma io non ci trovo nulla di disdicevole. Semplicemente Sparisci mi è apparsa il simbolo di una situazione, di un modo di essere e di vivere una parte felice della propria vita, per chi ha la fortuna di viverla in quel modo. Ma non solo per chi la vive direttamente… salvo le inevitabili e dolorose eccezioni, in generale la gioventù è per tutti, non solo per le ragazzine belle e corteggiate, una bellissima parte della vita. E comunque, anche solo osservare a distanza – magari per raggiunti limiti d’età – il vivere delle ragazze giovani e leggiadre e dei maschietti che le corteggiano è una cosa piacevole, e a modo suo tenera e affettuosa. C’è una bella canzone degli Stadio, si chiama Swatch, che dice più o meno le cose che ho appena detto io, pur senza tirare in ballo i gatti…