Trattoria Nostromo a Rapallo
In un messaggio “urbi et orbi” di qualche tempo fa decantai le preclare virtù della trattoria K2 di Altare ma non mi pare di aver mai scritto di una sua eccellentissima collega del Levante, la trattoria Nostromo di Rapallo.
A pochi metri dal casello autostradale, la scoprii (o scopersi) alcuni anni fa durante uno dei miei periodici giri per la Liguria per lavoro (e l’Altissimo benedica sempre Marco R. e Rosi De L. che quando possono mi commissionano questi lavori e questi giri). Quella di oggi mi pare sia la terza volta che mi fermo a pranzare qui, mi capita raramente di essere a Rapallo all’ora di pranzo ma quando succede…
Lochescion: due sale affollate di tavoli dove si viene messi a sedere dove capita, poco importa che il tavolo sia vuoto o siano già occupate cinque sedie su sei. Sul tavolo ci sono, di default, broccone di vino bianco, broccone (grossa brocca) di vino nero e bottiglia di minerale frizzante. L’avventore si siede, saluta educatamente i vicini di sedia che già stanno mangiando e aspetta senza chiedere: oggi il menù comprendeva tre antipasti (fagioli con cipolle, fetta di torta di riso, cuculli), due primi (minestrone alla genovese – ottimo come pochi – e taglieriniverdifattincasa con sugo di carne), due secondi (coniglio alla ligure e baccalà con patate e fagioli bianchi), poi una fettona di similfontina che a mangiarla tutta farebbe schizzare alle stelle il colesterolo di un elefante, una o più mele, caffè, grappino a volontà (nel senso: ti portano la bottiglia di grappa e ti servi quanto desideri; un po’ come i compianti Fratelli di Sanremo facevano con l’Amaro del Capo. A me la grappa non piace granché, peccato che non era limoncello). Il tutto per 13 euro 13, con ricevuta ovviamente. Beh, si, i piatti sono per lo più di plastica, anche il caffè è servito in bicchierini di plastica e il vino certamente non è DOC, ma è buono e va giù benissimo.
Oggi i miei colleghi di tavolo erano un uomo anziano e canuto con due ragazzotti; tra di loro parlavano poco e a voce bassa e quel poco e basso era in una lingua a me ignota, ho deciso che fosse albanese ma poteva essere visigoto o uiguro o bergamasco antico, boh… Alla fine alzandosi però il vecchierello mi ha detto “ciao buon appetito” in buon italiano.
Insomma, una trattoria “maravigliosa”, per dirla alla Dante Alighieri. Adesso ne faccio una recensione su Trip Advisor, anche se immagino che già ne abbia.