Descrizione
Io non condivido il pessimismo cosmico di Giacomo Leopardi ma ho sempre pensato che il concetto espresso nel suo famoso “Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere” sia realistico e sensato: è inutile sperare che l’anno appena iniziato sarà tanto migliore di quello appena trascorso. Per cui io ricevo e contraccambio volentieri gli auguri e gli auspici per un 2018 sereno, felice, di pace, in cui tutto vada bene eccetera… ma non ci credo. Mi pare che gli auguri di inizio anno siano, ogni anno, un simpatico esercizio di retorica e nulla più. Certo ci sono, per l’umanità in generale e per i singoli individui in particolare, anni ostentatamente migliori o peggiori di quelli precedenti: il 1945 è stato per l’Europa sicuramente migliore del 1944, il 2016 è stato per le popolazioni terremotate dell’Italia Centrale ben peggiore del 2015. Ma per tornare a noi, ovviamente spero che nel 2018 non ci sia la fine del mondo ma certo non mi aspetto che venga ricostituito il Paradiso Terrestre. Trovo più facile pensare che ognuno di noi, da soli e tutt’insieme, alternerà giornate liete e luminose per il corpo e per l’anima con altre tristi e buie, in un saliscendi di eventi, azioni, pensieri e stati d’animo più simile all’andamento del FTSE MIB che alle “magnifiche sorti e progressive” di Terenzio Mamiani. Secondo me però c’è un augurio che tutti possiamo farci reciprocamente, e non solo a Capodanno ma in tutti i 365 giorni dell’anno; sono le parole di Marco Polo con cui si concludono le “Città invisibili” di Italo Calvino: “saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”. Ciò che “non è inferno”… l’onestà, l’amore, la giustizia, il rispetto, il senso di responsabilità, il senso civico, la condivisione, la gentilezza, la bellezza, la pazienza… Saper riconoscere ciò che è “kalokagathós”, come dicevano i Greci, dare spazio a chiunque pensa, vive e agisce in modo positivo e costruttivo verso se stessi e gli altri. Questo lavoro di riconoscimento si può fare in ogni giorno dell’anno; non ci restituirà il Paradiso Perduto ma renderà meno ostiche le inevitabili magagne che incontreremo durante questo Anno del Signore 2018.