Descrizione
L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale ha la sua sede di rappresentanza in uno dei più antichi e importanti palazzi della città di Genova, noto come Palazzo San Giorgio, che si erge elegante nella sua duplice veste medievale e rinascimentale al centro del porto vecchio, come un avamposto sul mare della città.
I settecentocinquant’anni trascorsi dalla sua nascita e i mutamenti delle sue destinazioni d’uso occorsi nei secoli hanno lasciato tracce importanti nell’edificio, che agli occhi attenti di chi lo osserva e ne studia la struttura architettonica, le decorazioni, la sua forma stessa fornisce informazioni e testimonianze significative sulla storia di Genova. Esso racconta e descrive Genova più di ogni altro edificio della città perché i suoi muri, le sue statue, le sue epigrafi, i suoi documenti custodiscono e tramandano la memoria di tutte le tre “facce” della Superba e della sua storia.
Piace associare a Genova la figura mitica di Giano bifronte; questo palazzo antico e ripetutamente rinnovato simboleggia Genova anche meglio del dio Giano perché ne racconta e ne rappresenta le sue tre “fronti”, tutte ugualmente importanti per la vita e la storia della città: quella politica della città-repubblica, quella finanziaria della città-banca, quella economica della città-porto. Credo che nessun altro edificio della città riunisca in sé tutto questo “essere Genova” come Palazzo San Giorgio.
Lo scorrere dei secoli non ha solamente regalato le tracce del naturale invecchiamento dei materiali, delle pietre e degli intonaci; ci sono state modifiche alle strutture, rifacimenti, ampliamenti, restauri, demolizioni, dovute al modificarsi delle necessità di utilizzo dei suoi spazi.
Le testimonianze leggibili – come documenti e come monumenti – di questo susseguirsi di cambiamenti, di questa “vita” del palazzo nel corso del tempo non sono però tali e tante da permetterci un grado di conoscenza su di essi completo ed esauriente. Molto è andato distrutto nelle parti fisiche dell’edificio, molto può soltanto essere desunto dai documenti d’archivio, quando ci sono. Isabella Ferrando Cabona nel suo “Palazzo San Giorgio. Pietre, Uomini, Potere (1260-1613), Genova, 1998” ha paragonato Palazzo San Giorgio “a un antico manoscritto, nel quale la scrittura sia stata più volte sovrapposta ad altre precedenti, parzialmente raschiate e cancellate. Solo l’ultimo testo vi risulta leggibile con chiarezza, mentre dei più antichi affiorano qua e là lacerti dalle lettere abrase, interrotti da estese lacune”.
Si arrivi al Palazzo dagli stretti carruggi del Centro Storico, vi si giunga dagli aperti spazi ludico-culturali del Porto Antico, vi si salga dal pozzo della stazione della metropolitana, in tutti i casi la sua mole imponente non passa inosservata; con la sua duplice personalità, in mattoni rossi e pietra verso la Ripa e la città e in intonaco dipinto verso il porto e il mare, il Palatium Maris si accampa perentorio nello spazio urbano e portuale con una personalità forte e unica.