Piccolo fatto curioso, interessante per chi non è razionale e razionalista al 110%; risale ad agosto o settembre scorso.

Nei lontani anni 1977-1981 mia nonna materna, Lina, abitò a Genova, perché mia mamma era figlia unica e i nonni diventando anziani ritennero opportuno avvicinarsi agli unici parenti che avevano anziché rimanere a vivere in una città più distante da soli.

I nonni arrivarono da Sanremo nel ’77 ma il nonno l’anno dopo morì, e la nonna vi rimase da sola. Poi nell’82 lasciò quella casa e si trasferì nel palazzo – in una via non distante – dove vivevamo io e la mia famiglia, papà, mamma, sorella e l’allora barboncina nera Leslie, noi al 4° piano e mia nonna al terzo. Ivi, nell’89, morì.

Dall’82 all’agosto 2001 l’appartamento della nonna – ereditato nell’89 da mia mamma – fu affittato a un’inquilina di cui adesso non ci interessa, basti sapere che a metà agosto costei si trasferì altrove liberando la casa.
L’andarsene della quasi ventennale inquilina ha permesso a me di trasferirmi dalla mia piccola casetta da scapolo alta sulla collina a questo appartamento più ampio e più adatto a una coppia sposata qual ormai siamo Donatella ed io. Che pur vivendo molto separati e un po’ insieme a Sanremo, quando siamo insieme a Genova in questo appartamento ci stiamo bene e comodi, mentre quello mio precedente era troppo piccolissimo per abitarci in due. Io st’appartamento lo conoscevo e lo ricordavo, quando mia nonna abitava qui ci venivo spesso, nei primi anni di università ci passai numerosi pomeriggi a studiare. Poi basta per 20 anni.

Beh, una delle primissime volte in cui mi sono recato in questa nuova (ma emotivamente antica) casa, giusto per vedere se c’erano lavori da fare, il bianco sui muri, la prima presa di contatto, insomma, ho trovato nella cassetta della posta una busta indirizzata a mia nonna, Gentile Signora Lina P. Pubblicità di una società di tessuti, credo. Roba inutile ma mi ha un po’ stupito trovarmi fra le mani posta indirizzata a mia nonna, morta da 12 anni e non più abitante a quell’indirizzo da quasi venti. Mi sono stupito ancor di più quando la ex inquilina,interpellata, mi ha detto che lei non aveva mai ricevuto (se non forse nei primissimi tempi) posta indirizzata a mia nonna, e che certamente l’avrebbe consegnata a mia madre se ne avesse trovata, fosse anche stata semplice pubblicità.
Abbiamo concluso che era molto strano che arrivasse, dopo 20 anni, una busta indirizzata a mia nonna proprio quando ad aprire la cassetta della posta non era ormai più l’inquilina ma io, parente e nipote. E non dopo, che so, tre mesi che vi abitavo, ma proprio all’inizio della mia nuova vita in casa “della nonna”.

Volendo vedere la cosa da un punto di vista mistico, ho pensato che quella busta pubblicitaria era il modo scelto da mia nonna per darmi il benvenuto, il bentornato in casa sua; che in questo modo mia nonna mi diceva di essere contenta che fosse di nuovo un suo parente ad abitare quella casa che era stata sua.

La busta, col suo bravo indirizzo, l’ho conservata.

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