“Lo stile deve essere quello del “copy web” e non editoriale tipo guida turistica.”
Queste parole di colore oscuro vid’io scritte al sommo dello schermo, per ch’io “O Rosi, il senso lor m’è duro”. Ed ella a me, come persona accorta “veramente nemmeno io e Marco abbiamo capito bene cosa vuol dire”.
No, forse Rosi D.L. e Marco R., che da parecchi anni sono miei insigni e graditissimi committenti di qualche lavoro di editoria turistica cittadina e regionale, forse loro un po’ più di me le idee chiare ce l’hanno su cosa sia lo stile del “copy web”. O forse anche no, vista la telefonata di due ore fa…
Comunque ammetto che a me non sarebbe mai venuto in mente di scrivere che “Lifestyle e tradizione si incontrano in eventi unici”, ma forse è perché non sono uno strategic planner (il duca di Wellington era uno strategic planner?).
Insomma, c’è un fatto personale e uno generale:
il fatto personale è che io non ho nessuna dimestichezza con le app per smartfon (il mio fon non è smart e non scarica app) e quindi fatico assaissimo a capire come si debba fare promozione turistica attraverso le app, e similmente fatico a comprendere cosa sia lo stile del copy web – che non riesco bene a capire se sia un signore, una persona, o piuttosto un concetto astratto: “Buongiorno, sono Pinco Pallino, besagnino” “Piacere, Tizio Caio, copiuèb”. Inoltre, quando faccio il turista mi piace documentarmi su testi scritti ed esaurienti, roba tipo le guide verdi del TCI, che magari non leggo interamente ma non mi bastano “tre/quattro righe dove ci siano gli highlight che diano la motivazione della visita alla località e che incuriosiscano il lettore” Gli highlight? Sarebbe la lucealta?
Il fatto generale è che in situazioni così invidio i francesi che dicono souris per dire mouse e ordinateur per computer e gigaoctet per gigabyte (questa non la sapevo, l’ho letta su un cartellone pubblicitario a Mentone lunedì scorso).
Chissà comment s’appelle le copy web en français.
(Scritto il 5 marzo 2015)