Chi ha più o meno la mia età dovrebbe ricordarsi la pubblicità della Felce Azzurra Paglieri, talco, deodorante, sapone o cosa cavolo era. Poi c’era il Pino Silvestre Vidal col cavallo bianco al galoppo ma era un’altra cosa.
Nella casa di Sanremo, su un trespolo di fronte alla finestra rivolta a sud della camera da letto, c’è Azzurra. Una bella grande felce. Credo che sia una felce “comune”, una normale Nephrolepis da appartamento, ma è elegantemente maestosa. Azzurra è stata per tanti anni amica e compagna di vita di Donatella e ormai da circa diciassette anni è anche amica e compagna mia. Delle numerose piante che vivono dentro la casa di Sanremo questa è la più vecchia, la più longeva, la più grande, la più folta, la più tutto. So che Dona la ricevette da una ragazza napoletana che fu per qualche tempo sua inquilina quando viveva a Genova quindi circa a metà degli anni Novanta. Azzurra dovrebbe avere dunque un po’ più di vent’anni. Maggiorenne. Metaforicamente e spiritualmente è una delle colonne portanti della casa di Sanremo e della mia vita sanremese, è la prima entità vivente che vedo al mattino (a parte Polvere e Paprika se quando mi sveglio sono sul letto) e l’ultima che saluto prima di chiudere la luce alla sera (Polvere non lo saluto, lo coccolo). Dona la curava e la accudiva con assiduità, io ammetto che sono un po’ meno costante e ciò mi dispiace perché Azzurra è una matriarca della casa, merita affetto, rispetto, deferenza. Comunque credo che sappia che le voglio bene.