1) Preface on the Prospects of Christianity
Nel 1916 George Bernard Shaw diede alle stampe questo breve scritto, pubblicato in italiano col titolo ”Sia fatta la Sua volontà”. Il vecchio George, non credente, si rivela in questo libriccino molto interessato alla figura storica di Gesù e soprattutto al suo messaggio, prendendolo in considerazione dal punto di vista sociale ed economico. Senza dilungarmi, il senso del pensiero shawiano è quello indicato nella copertina “Non vedo via d’uscita dalla miseria del mondo se non Gesù come uomo politico”. Leggere per comprendere…

2) Giuseppe, medico di Alba
Il mese di maggio era iniziato con il funerale di Roberto “Bobi” T. di Biella, fermato da un infarto a 49 anni d’età, ed è finito col funerale di Giuseppe M. di Sanremo, medico in Alba, che ha terminato la sua vita terrena a 56 anni per volontà di un tumore insolito e difficile. Io lo conoscevo forse ancora meno del Bobi, l’avevo visto due o tre volte al massimo e sempre per brevi periodi, il più lungo fu il finesettimana a Lou Pitavin in Val Maira due anni fa, luglio 2010. L’anno scorso non poté venirci, era a Nizza a tentare una (inutile, a posteriori) operazione chirurgica. E quest’anno non potrà venirci per ovvie ragioni..
Era una bella persona; di quelli che vivono amando Dio e il prossimo, proprio come ci invita a fare Cristo. E il prossimo suo ricambiava quell’amore, a giudicare dalla gente che ha parlato di lui con parole intense e commoventi durante il rito funebre valdese che lo ha accompagnato nel passaggio tra la vecchia e la nuova fase della sua esistenza. Per commemorarlo si sono mossi tre ministri di Dio di due religioni diverse – cattolica e valdese – più colleghi di lavoro, amici e parenti di almeno quattro o cinque città diverse, Sanremo, Alba, Torino, Lecce, Pisa.
Suo fratello Pierfranco, arguto e ironico, ha detto che è stato il più bel funerale della sua vita. Capisco cosa intendeva dire. In fondo, non importa quanto a lungo si vive ma quanti bei ricordi la nostra vita lascia dopo il suo termine in chi ci ha conosciuto. Poi certo, se oltre a lasciare bei ricordi si riesce anche a vivere a lungo, mica c’è da lamentarsi…

3) Om mane padme hum
Si dice che sia il mantra più recitato anche dai non buddisti. Bello, spirituale, piacevole, rilassante inginocchiarsi e socchiudere gli occhi per recitare questo ed altri mantra. E mentre li recitavo fra altre persone altrettanto recitanti nella sala di un appartamento sulle colline di Sanremo, mi chiedevo: qual è la differenza fra i mantra buddisti e le varie litanie “orapronobis” che pie donne, preti, frati e fedeli cattolici di diverse età ed estrazioni sociali recitano pregando nelle chiese o altrove? Non c’è differenza, secondo me. Diverse fedi, diversi riti, ma uguali fondamenti psicologici, uguali motivazioni spirituali muovono i “fedeli” a pregare talvolta usando frasi precostruite, ripetitive e poco comprensibili. L’umanità parla a Dio anche attraverso questi giochini verbali. Che evidentemente hanno una ragion d’essere strutturale profondamente radicata nell’anima umana, visto la loro grande diffusione nelle diverse religioni e nelle diverse culture. Amen.

4) Virginia Raffaele
Io che guardo pochissima televisione l’ho scoperta per caso cercando su YouTube un filmato di Angelo Branduardi. Per me totalmente ignota sino a pochissimo tempo fa, credo invece che goda già d’una certa fama. Di quelle donne che piacciono a Uge “trentenne alta mora” (e chiedo scusa a Francesca…) ma sinceramente la trovo assai piacevolissima anch’io. Carina più che strafiga ma con una faccia e un sorriso che mettono allegria e un modo di fare affascinantemente simpatico. Mi risulta che la si trova in programmi tipo Quelli che il calcio e Victor Victoria in tv, e Social Club Radio 2 sulla radio. Io finora l’ho vista e ascoltata solo su YouTube e ne vale davvero la pena: complessivamente è davvero una bella figliuola ma soprattutto è bravissima e divertente: canta bene, imita benissimo (Belen Rodriguez, Ornella Vanoni e altre), parla in un modo tipo “giradischi scassato” che ti scompisci dalle risate a sentirla… Ho visto alcuni suoi video con Luca Barbarossa e soprattutto uno con Massimo Lopez e uno con Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu che ridevo da solo davanti al pc come uno scemo. Lopez è degno suo pari, le tiene testa, invece Luca e Paolo sono quasi inutili al suo fianco, spariscono di fronte al suo talento comico. Ho scoperto che ha presentato il concertone del primo maggio a San Giovanni in Laterano, non l’ho visto ma mi chiedo cosa avrà detto e fatto.

5) La fisica del Cristianesimo
Il sottotitolo è “Dio, i misteri della fede e le leggi scientifiche”; è un libro di Frank J. Tipler, docente di fisica matematica all’università di New Orleans, credente, cristiano e coinvolto nella formulazione più recente del “principio antropico forte” (soprassediamo se no diventa lungo). In questo libro Tipler cerca di spiegare alcuni dogmi di fede cristiani (divinità e nascita verginale di Gesù, resurrezione, diversi miracoli…) usando le leggi note della fisica, soprattutto della fisica quantistica. E dà una specie di definizione fisico-matematica delle tre persone della Trinità, Padre, Figlio (o Logos che dir si voglia) e Spirito Santo. Magari son tutte scemenze ma sono scemenze interessanti, se ti piace la fisica e contemporaneamente credi in Dio.

6) Tzimtzum e Prajapati
Potrebbero essere un duo comico di Zelig…
In realtà “tzimtzum” in ebraico significa “contrazione” e per alcuni cabalisti ebrei del Cinquecento, Isaac Luria soprattutto, si riferisce all’idea di una “autolimitazione” di Dio che creando il mondo si sarebbe “ritirato, contratto” per fargli spazio, in un certo senso; rinunciando forse anche a una parte della sua onnipotenza. Roberto Calasso scrive che nei miti cosmogonici dell’India vedica l’Ente Creatore, che i testi vedici chiamano Prajapati, creando gli dei e il mondo si “prosciugò”, si contrasse, trasferendo parte della sua energia al creato. Si legge anche che il principio divino, il Brahman, viene anche definito come uno “spazio ventoso”. Fa pensare al “ruah Adonai”, il soffio/spirito di Dio che secondo la Genesi soffiava sulle acque informi del mondo all’inizio della creazione. Anche qui, come nel precedente paragrafo 3), apprezzo le analogie fra concetti teologici sviluppati da popoli diversi che hanno fedi religiose diverse e vivono in epoche diverse.

7) L’invenzione del Dio cristiano
Paolo Flores d’Arcais pubblica un libriccino in cui sostiene che Gesù “non si è mai proclamato messia. Era un profeta ebreo apocalittico itinerante che annunciava nei villaggi della Galilea la prossima fine del mondo”. Basandosi su quanto scritto dai Padri della Chiesa e soprattutto nei testi neotestamentari, Vangelo di Giovanni, Lettere di Paolo e Atti degli apostoli, l’autore sostiene che Gesù di Nazareth a tutto pensava meno che a essere il Logos divino incarnato e non voleva fondare una nuova religione. Per inventare la quale Pietro, Giacomo, gli apostoli, Paolo, i Padri della Chiesa eccetera avrebbero molto trasformato e travisato il pensiero di quel santo profeta. Questo non è certo il primo testo che umanizza la figura di Joshua bar Joseph spogliandola di ogni pretesa di divinità, comunque è ben scritto e di piacevole e interessante lettura.

8) www.homoradix.com
è il sito di Tiziano Fratus, trentasettenne bergamasco-piemontese che si definisce “uomo radice e cercatore d’alberi”. Ho scoperto per caso uno dei suoi più recenti libri “Terre di grandi alberi” dedicato ai grandi alberi del Nord Ovest d’Italia, e che Donatella mi ha gentilmente prenotato presso la Libreria Garibaldi di Sanremo. Una persona che vive di alberi e con gli alberi, che viaggia per conoscerli e per farli conoscere, insomma è una di quelle persone che con la loro vita e il loro lavoro dimostrano che non tutto fa schifo in questa scalcagnata e disgraziata nostra patria. Mi piacerebbe conoscerlo di persona, prima o poi potrebbe succedere, magari alla presentazione di un suo prossimo libro.

9) Imago Dei
Quand’ero giovinetto a volte alla messa domenicale nella mia parrocchia di San Nicola da Tolentino vedevo arrivare un omino un po’ gobbo, pallido, con gli occhiali dalla montatura spessa, che accompagnava al braccio una donna anziana, certo la madre. Un vero sfigato, poveretto. Un giorno appresi che quell’individuo apparentemente infelice si chiamava Edoardo Benvenuto ed era una delle più elevate menti della cultura genovese, al tempo stesso preside della facoltà di Architettura dell’Università e teologo di primo livello. Morì nel 1998 a 58 anni d’età, ma chi lo ha conosciuto come architetto o come teologo credo che non se lo sia dimenticato. Imago Dei è un breve scritto in cui Benvenuto prende spunto dal passo biblico Gen 1, 26-27 in cui l’uomo viene definito “immagine di Dio”, esamina alcuni passi delle Lettere di Paolo (Col 1, 15 o 2Cor 4, 4) in cui si dice che Cristo è “l’immagine del Dio invisibile” e disquisisce sul diverso significato che ha – secondo lui – l’essere l’uomo “immagine di Dio” nell’Antico e nel Nuovo Testamento. Al breve scritto benvenutiano seguono vari capitoli di commenti e riflessioni ad opera di alcuni filosofi, teologi e pinchipalli vari contemporanei…. L’avessero scritti in nepalese antico, questi commenti e riflessioni, forse ci avrei capito di più. Voglio dire che credo sia la prima volta in cui mi trovo di fronte a testi di cui fatico a comprendere il senso e il significato anche leggendo e rileggendo con attenzione. ‘Sti scritti sono infarciti, grondanti di termini ed espressioni gergali teologici e filosofici che io, pur non essendo scemotto, proprio non riesco a comprendere. Oddio, immagino che quando io stesso, nel mio piccolo, ai tempi in cui lavoravo all’università, scrivevo o parlavo di interferometria olografica e crescita di cristalli in microgravità chi non conosceva la materia ci capisse poco o punto. Beh, qui è lo stesso, magari questa gente, ‘sti amici e colleghi del compianto Edoardo Benvenuto dicono cose meravigliose ma le capiscono soltanto fra di loro e gli altri nisba. Va beh, poco male.. Unico, almeno nella parte di libro che ho letto finora, a scrivere in maniera comprensibile è Massimo Cacciari. Nel suo capitolo fa un’analisi del significato di “buono” nei versetti della Genesi che narrano la creazione “e Dio vide che ciò era buono…” e si capisce tutto quello che scrive!!!! Bravo il Barbuto!

10) Verment ing
Ibam forte strada provinciale tra Bonassola e Framura quando passai accanto a una grossa insegna “Verment ing, vini a denominazione d’origine controllata”. Incuriosito dal nome insolito, fermo e scendo. Mi accoglie un signore di qualche anno più vecchio di me con la moglie, e mi parla con accento lombardo: è un ingegnere veneto che lavora a Milano e che pochi anni fa ha acquistato alcune fasce di vigneti abbandonati intorno a Bonassola, qualcuno in basso vicino al mare, altri su in collina. Li ha sistemati e ora produce vermentino nella DOC Colline di Levanto, un vino tanto buono che si è già guadagnato alcuni premi e citazioni e apprezzamenti anche dal Gambero Rosso. Vigneti a diverse distanze dal mare che producono vini con sapori e profumi differenti, com’è giusto che sia. Un ingegnere milanese che si inventa vignaiuolo in Liguria… chi dice che gli ingegneri non hanno anima? Questo ingegnere vinicolo è un’altra di quelle persone che con la loro vita e il loro lavoro regalano bellezza a una nazione, l’Italia, e un epoca, questa, che di bello troppo sovente sembrano avere poco.

11) E se Dio fosse (anche) malvagio?
Massimo Cacciari, già citato nel paragrafo 9), dice che nella Bibbia viene presentato un concetto di male conforme alla “dualità antico-persiana” (dove si ipotizza l’esistenza di un Dio buono e di un Dio malvagio, che però nell’ebraismo viene “degradato” a semplice angelo – Satana, mentre YHWH rimane l’unico Dio, quello “buono”) ma nella stessa Bibbia si trova anche un concetto di Dio apparentemente contraddittorio col precedente, ovvero un Dio che è Egli stesso sia buono (e diurno) che cattivo (e notturno). Come si potrebbe dedurre dagli episodi – che avvengono tutti di notte – della lotta di Giacobbe con uno sconosciuto (che è Dio stesso) (Gen 32, 25-23), dal massacro dei primogeniti d’Egitto (Es 12, 29-30) e dell’oscuro episodio dello “sposo di sangue” in cui si legge che “Dio cercò di farlo morire” (chi? Forse Mosè) (Es 4, 24-26). L’umanità sarebbe “a immagine e somiglianza di Dio” forse proprio in questo, nella sua capacità di pensare e compiere sia il bene sia il male.

12) Monterosso al Mare
Sono passato da Verment Ing mentre stavo tornando da Monterosso, colpita dall’alluvione delle Cinque Terre di fine ottobre. Ci sono ancora le tracce del disastro a Monterosso, dopo 7 mesi, ma sono ormai poche per fortuna. Qualche albergo e qualche strada coi lavori ancora in corso ma il più è risistemato, ripulito, ridipinto, è di nuovo un bel borgo marinaio e turistico. Ci sono le foto, appese ai muri delle case, che mostrano cosa erano quelle case e quelle strade in quei giorni di fine ottobre 2011. Sembra davvero un altro paese, quello di oggi rispetto a quello sommerso dal fango di allora. I turisti tedeschi, anglosassoni e francesi sono di nuovo qui a decine, forse a centinaia. Auguro che succeda lo stesso in Emilia.

(Scritto il 6 giugno 2012)

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